“La valle dei fiori” di Niviaq Korneliussen, recensione: Un libro tra le mani

LA VALLE DEI FIORI, di Niviaq Korneliussen.
Primo libro, per me, ambientato in Groenlandia e scritto da un’autrice groenlandese.
È stata una vera e propria esperienza, un viaggio dentro un popolo, un territorio, e un sentire a me sconosciuto, ha aperto una finestra su un mondo lontanissimo, e non solo geograficamente.
Non è solo ghiaccio e mare, non è solo quell’idea di freddo che la mia mente non riesce neanche a concepire, ma è carne e sangue, lingua, parole e corpi, pensieri, amore e disperazione, vita e morte.
La Groenlandia è il paese con il più alto tasso di suicidi al mondo, circa due alla settimana.
Tutti i giovani subiscono il trauma della perdita di qualcuno, che sia un amico, un fratello, un cugino o un semplice conoscente… i social sono pieni di notizie di questo tipo, tanto da temere di entrarvi.
Ma perché?
Perché la vita costa loro così tanta fatica da scegliere di togliersela prima ancora di “aver vissuto” abbastanza da non poterne più?
Troppo buio… si dice, ma poi il maggior numero di suicidi si verifica nella stagione della luce, quando il sole a mezzanotte continua ad illuminare tutta la loro inadeguatezza, rendendo ogni giornata sempre piu difficile.
Quindi si ribalta il concetto secondo cui il buio prolungato porti alla depressione…
La luce costante fa altrettanti danni, alterando il normale ciclo di sonno e veglia, e aumentando la probabilità di deliri dovuti ad un deficit di sonno.
O ancora, forse, le aspettative che si ripongono con l’arrivo della luce, nel momento in cui vengono disattese, producono una delusione tale da diventare insostenibile, in fondo il buio nasconde tutto, anche il dolore e i brutti pensieri.
“La valle dei fiori” è sostanzialmente un libro su questo. Sui suicidi in Groenlandia. Sui troppi fiori di plastica posati su lapidi anonime.
Si impone con forza una sensazione di smarrimento e autodistruzione della nostra protagonista senza nome, ma anche di tutti gli altri ragazzi…
La voce che ascoltiamo però non ha un tono sommesso, dolente, neanche lontanamente triste, anzi è una voce lucidissima, tagliente, caustica, senza vergogna.
Una protagonista che non ti ruba il cuore, per la quale non riesci a provare un vero slancio affettivo, eppure ti rimane dentro.
Ne viene fuori una narrazione fredda, oserei dire glaciale, che fa di una storia potenzialmente triste e angosciosa, un racconto “anestetizzato” e spietatamente realistico.
Io l’ho trovato feroce nella sua freddezza, ma a suo modo sorprendentemente poetico.
Ogni capitolo comincia con la notizia di un suicidio che, magari, poteva essere evitato.
La numerazione dei capitoli è decrescente, da 45 a 1, come una sorta di triste countdown…
Un libro che smuove e segna.
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“La valle dei fiori” di Niviaq Korneliussen, Iperborea editore . Un libro tra le mani.