“Chi manda le onde” di Fabio Genovesi, recensione: Un libro tra le mani
“Chi manda le onde“, di Fabio Genovesi.
Erano almeno 6/7 anni che mi attendeva in libreria, poi complice l’uscita del suo ultimo romanzo (“Oro puro“) mi sono decisa a recuperarlo tra le fila dei millemila libri in attesa, leggerlo e fare (finalmente) la conoscenza di questo autore.
È stata una lettura molto piacevole, fatta per lo più in spiaggia, davanti al mare che tanto dà e tanto toglie, come sanno bene i protagonisti del romanzo.
Sono tanti, sono personaggi a cui ti affezioni subito, nonostante il loro essere un po’ inverosimili, strampalati, eccessivi… ma allo stesso tempo percepisci in loro una sfumatura che ti appartiene, quel senso di imperfezione che te li rende amabili e famigliari, con i loro disagi, diversità, emarginazione, sfortune, fallimenti, sia sentimentali che lavorativi, insomma, uomini, donne e ragazzini un po’ incasinati, sgangherati, fuori dagli schemi, ma capaci di dare un tocco di colore e di follia ad una vita spesso troppo noiosa, grigia e crudele.
Si sorride, si ride e ci si commuove anche un po’.
Genovesi prende le umane debolezze, le sconfitte, le delusioni, e le rende leggere, briose, sopportabili.
Prende il dolore, quello serio, e ce lo porge in un modo tale da immaginarne il peso e la portata, ma senza avvertire la disperazione, il buio cieco della sofferenza.
Alleggerisce, attenua, sfiora da una parte; esagera, scombina, eccede da un’altra.
Mi piacciono i romanzi corali, dove i tanti personaggi, ognuno con la propria voce, contribuiscono a dare vita ad un mondo, e mi è piaciuto come l’autore, in questo caso, sia riuscito ad intrecciare ed amalgamare le loro voci, le loro vite, i loro pensieri… con una struttura letteraria solo apparentemente semplice.
Luna, Serena, Zot, Ferro, Sandro, Rambo e Marino… (e il mare di Forte dei Marmi fuori stagione).
Eccoli i magnifici 7 del romanzo, ognuno portatore sano di amarezza e follia.
Luna, sensibile ragazzina albina, vero motore di tutto il romanzo, ci parla sempre in prima persona, perché il suo sguardo così delicato, così trasparente, così difficile da tenere aperto alla luce del sole, poteva essere descritto solo da se stessa.
Per Serena, sua madre, bellissima donna quarantenne, forte e fragile insieme, e messa a durissima prova dai calci della vita, Genovesi ha voluto una seconda persona, la voce dello “specchio“, quel “tu” sempre critico e severo come solo noi donne sappiamo essere verso noi stesse.
Per tutti gli altri c’è la terza persona:
Sandro il professore precario innamorato di Serena, che è precario in tutto nella vita e a 40 anni vive ancora con mamma e papà.
I suoi amici fidati, Rambo e Marino, non meno sfaccendati di lui, sempre alla ricerca di una svolta e della loro vera essenza.
Zot, “il ragazzino radioattivo” che viene da Chernobyl, compagno di classe di Luna, che subisce violenze e vessazioni, ma parla come un vecchio saggio degli anni ’50.
Ferro, suo nonno adottivo, sgarbato, ruvido e volgare, sempre “in guerra” con i miliardari russi che invadono la Versilia e “in amore” con la sua scorta di grappa fatta in casa.
Ironico, amaro e malinconico, non un libro che scava e scalfisce nel profondo, ma che coinvolge e appassiona anche, e soprattutto, grazie alla grande capacità narrativa di Genovesi.
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“Chi manda le onde” di Fabio Genovesi, Mondadori editore . Un libro tra le mani.