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“Infanzia” di Tove Ditlevsen: recensione libro

Straniera in un’infanzia fatta di strappi. Così si sente Tove. Estranea nell’infanzia che le hanno cucito addosso, estranea nei discorsi delle amiche ed estranea nei rapporti con i suoi familiari.

La piccola Tove vive con i genitori e il fratello maggiore in un quartiere operaio di Copenaghen negli anni successivi alla Prima Guerra Mondiale. Il padre è un mancato scrittore socialista, frustrato, spesso disoccupato. La madre appare come un’entità imperscrutabile: anaffettiva, soggetta a incomprensibili sbalzi di umore dovuti a una rabbia latente. Con un padre convinto che le donne non possano diventare scrittrici, una madre distante e irascibile e l’incapacità di stabilire veri rapporti con i suoi coetanei, a Tove non rimane che fingere e adattarsi alle dure leggi del mondo a cui appartiene affidando i propri sogni e desideri alla scrittura:

L’infanzia è lunga e stretta come una bara, e non si può uscirne da soli.

Ditlevsen apre uno squarcio nel suo passato. Attraverso i suoi occhi ripercorre con estrema lucidità e consapevolezza momenti, volti, e pensieri di quando era bambina.

Il suo è uno sguardo che va al di là della realtà che la circonda, troppo dura da accettare, troppo “finita” e desolante. Un reale senza scampo per una bambina che sarà donna e per questo nient’altro che moglie e madre, secondo la mentalità del tempo.

Ma Tove sogna di più. Alla poesia affiderà se stessa, unico rifugio in cui la desolazione della sua vita svanisce e il suo esistere assume nuovi contorni. Solo le sue poesie hanno il potere di ricucire le ferite dell’esistenza. Solo le sue poesie riescono a portarla via da quel mondo avvilente che rifiuta:

Corda fragile spezzata

mai più si riallaccia.

Non senza perder nota,

non senza che il tono si sfaccia.

Con quella distanza indispensabile per poter dar forma ai ricordi, l’autrice si guarda allo specchio del passato per restituirci l’immagine di una bambina capace di graffiare con le parole quella realtà a lei così aliena rivelandone l’essenza malvagia e priva di bellezza. Ditlevsen ci restituisce il principio della sua storia in una lingua chiara, cristallina intrisa di una sincerità disarmante. Un libro breve ma intenso ad ogni pagina, capace di sedimentarsi nelle emozioni del lettore.

Un romanzo che consiglio di leggere se cercate un racconto profondo e intimo, denso di considerazioni che si sviluppano attraverso la riflessione sull’infanzia, l’urgenza della scrittura, la precarietà, il quotidiano familiare, la condizione femminile.

Il futuro è un colosso spaventoso e strapotente che ben presto mi crollerà addosso, schiacciandomi. La mia lacera infanzia mi sventaglia addosso, e non ho nemmeno il tempo di rammendare uno strappo, che già se ne forma un altro.

Infanzia, pubblicato per la prima volta nel 1967, è il primo libro autobiografico della cosiddetta Trilogia di Copenaghen (infanzia, Gioventù e Dipendenza) tradotta e pubblicata in inglese solo qualche anno fa e portata in Italia da Fazi Editore con la pubblicazione del primo volume nel 2022.

Tove Ditlevsen è vissuta tra la fine della Prima Guerra Mondiale e la metà degli anni Settanta. Outsider del mondo letterario, attraversò quattro matrimoni e quattro divorzi. Per tutta la sua vita adulta ha avuto problemi di dipendenza da alcol e droghe morendo suicida nel 1976. Il suo sguardo sul mondo, diventa un’indagine su di sé e sui ruoli che assume per adattarsi a un ambiente estraneo e inospitale che la circonda rivelandola come un’autrice di grande spessore, precorritrice dell’autofiction:

Alzo lo sguardo verso la mia stella della sera, che è come l’occhio benevolo di Dio, che vigila su di me e mi è più vicino che di giorno. Prima o poi metterò per iscritto tutte queste parole che mi passano attraverso. Prima o poi altre persone le leggeranno in un libro e si meraviglieranno nel vedere che una femmina può – altroché! – fare la scrittrice.

E sì, piccola Tove, ce l’hai fatta!

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Infanzia di Tove Ditlevsen, Fazi Editore. The Wee Small Blog.

Mariangela Cofone

Book Blogger, Book Influencer e Social Media Manager. Founder di The Wee Small Blog. Ti parlo di libri che emozionano.
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