Sussurri tra le pagine

“La vita davanti a sé” di Romain Gary: recensione libro

“La vita davanti a sé” di Romain Gary (Emile Ajar) è la storia di Momò, Mohamed, arabo, musulmano, figlio di nessuno. Momò che vive nella banlieue di Belleville tra catapecchie, escrementi umani, droga, sfruttamento, povertà, prostituzione e criminalità. In quella Francia multietnica che è meglio non guardare. Un luogo celato alla vista dei parigini, come se gli appena 8 km che lo separano dai prestigiosi Champs-Élysées, lo rendessero invisibile.

(2021, Diogo Fagundes, Unsplash License)

Una realtà parallela, che in rare occasioni si riversa anche per le strade di Parigi, indignandone e sconvolgendone gli abitanti. Alla polizia il compito di scacciare questa verità scomoda, testimonianza di un luogo che non esiste, con i suoi confini invalicabili e le condizioni di vita inaccettabili, che in pochi, però, ritengono degne di osservazione. Distogliere lo sguardo: un tema che risulta oggi più attuale che mai.

Eppure questa indignazione non impedisce ad alcuni fortunati di testare i bambini prima di prenderli con sé. Far prove per mesi prima di intraprendere un cammino definitivo, per essere sicuri che questi piccoli esseri umani non abbiano difetti. Un tira e molla da parte di gente “che ha ancora tutto da imparare”, che non si accorgere che quei bambini trattati come merci al mercato, sono già adulti, perché “…quella è un’età in cui si pensa già, eccetto forse quando si è felici”. Consapevoli di essere nati per sbaglio, di far parte di quella schiera di bambini che non hanno fatto in tempo ad essere abortiti, felici già solo di essere stati notati tra tanti.

Romain Gary

Momò racconterà questo mondo, l’unico che ha conosciuto, rivolgendosi direttamente al lettore, come se facesse una confidenza ad un vecchio amico.

Questo suo racconto di vita che non è vita, in una realtà che non esiste, sa far sorridere e commuovere, piangere e ridere, sa far stringere il cuore fino a sentir dolore, per qualcuno che sa che la vita prevede una sofferenza alla quale non si può sfuggire, poiché già scritta. “Una cosa che mi è sempre sembrata strana è che le lacrime sono state inserite nel programma. Vuol dire che era previsto che noi piangessimo”.

(2015, FeeLoona, Pixabay License)

Momò non sempre avrà voglia di viverla questa vita faticosa e disperata, eppure non se ne lamenterà, perché in fondo c’è chi se la passa peggio. La morte resta l’unica vera liberazione, un diritto imprescindibile che a nessuno dovrebbe mai essere negato.

Momò è coraggioso. Momò è forte. Momò sa affrontare le sfide che questa vita maligna gli pone davanti. Momò è un bambino di 10 anni “poco più, poco meno” che non ha mai conosciuto l’amore.

Una volta, davanti a una drogheria, ho rubato un uovo e la padrona mi ha visto. Preferivo rubare dove c’era una donna, perché l’unica cosa che ero sicuro era che mia madre era una donna, non può essere diversamente. Ho preso un uovo e me lo sono messo in tasca. È venuta la padrona e io mi aspettavo che mi desse uno schiaffo per farmi ben notare. Invece mi si è accoccolata vicino e mi ha accarezzato la testa. Mi ha perfino detto: “Come sei carino!”. Sul primo momento ho pensato che volesse riavere il suo uovo con le buone e l’ho tenuto stretto nella mano, in fondo alla tasca. Bastava soltanto che mi desse uno schiaffo per punirmi, è questo che deve fare una madre quando si accorge di te. Invece si è alzata, è andata dietro al banco e mi ha dato un altro uovo. Poi mi ha baciato. Ho avuto un momento di speranza che non vi posso descrivere perché non è possibile. Sono rimasto tutta la mattina davanti al negozio ad aspettare. Non so mica che cosa aspettavo. Di tanto in tanto la buona donna mi sorrideva e io rimanevo là col mio uovo in mano. Avevo sei anni poco più poco meno e credevo che fosse un grande amore mentre era soltanto un uovo.

“La vita davanti a sé” di Romain Gary, edizione Neri Pozza.

Sussurri tra le pagine per The BookAvisor.

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Angela Finelli

Classe 1987. Nata a Napoli, tra i vicoli e l'odore del ragù lasciato a "pappuliare" a fuoco lento già dall'alba. Amante dei libri da sempre, della buona cucina e delle mete insolite. Dipendente dal caffè, dalle risate spontanee e da quella punta di follia che rende la vita imprevedibile. Fiera sostenitrice del potere delle parole e dei sussurri nascosti tra le righe, quelli che lasciano un'impronta nella memoria e i brividi sulla pelle.

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