Sopra le righe

"Luna rosso sangue", Antonio Lanzetta. L’omertà di un paese e il passato che ritorna.

Quando i silenzi si fanno complici del male.

Scorgere nell’inflazionato panorama della letteratura di genere gioielli in grado di coniugare originalità, solidità di trama e ritmo non è facile. Antonio Lanzetta ci riesce perfettamente con Luna rosso sangue, romanzo dagli spiccati tratti neorealisti, con riusciti omaggi gotici e una scrittura che si dipana per immagini, come un film.

L’INATTESO RITORNO DEL PASSATO

I fratelli Pietro e Toni Casale  non hanno molto degli eroi senza macchia e senza paura. Hanno un passato pesante sulle spalle e conducono una vita ai margini della legalità, sotto gli sguardi giudicanti della piccola comunità del Cilento in cui sono nati. Ma la telefonata di una coppia di amici che chiede aiuto per ritrovare la figlia scomparsa cambia improvvisamente lo scenario.

La ricerca della verità sulle sorti della ragazza porta inaspettatamente nel passato, riaprendo piste che sembravano archiviate e ferite solo apparentemente sanate.

LUNA ROSSO SANGUE: RITMO TRAVOLGENTE E FINALE INATTESO

Luna rosso sangue – copertina

Nota di merito per l’ambientazione, in quel piccolo paese assolato di una sonnacchiosa provincia che sembra prendere vita propria, facendosi prisma delle emozioni dei personaggi con insolita vividezza. E diventando, per contrasto, luogo oscuro di misteri indicibili. Perfetta la scrittura: scarna, cruda, immediata, senza orpelli, che pure offre passaggi di inatteso lirismo traendolo dalle cose e dai paesaggi. Da applausi la capacità dell’autore di disorientare chi legge, portandolo a seguire tracce diverse che si interrompono, si intrecciano e si ricompongono nello spiazzante finale. Perché i cerchi, alla fine, si chiudono sempre.

IL VINO

Lettura da abbinare a un Cilento Bianco DOC, vino secco, solido e di struttura, come il territorio che rappresenta, ma che regala delicate note fruttate che rimandano a un inatteso lirismo.

LE CITAZIONI

Antonio Lanzetta

“Dalle mie parti si dice che un ragazzo diventi uomo solo davanti alla morte. Deve guardarla negli occhi, vedere il sangue, per capire cosa significhi crescere. Non c’è altro modo. Per un po’ ho voluto credere a questa storia. Non immaginavo che, quando sarebbe toccata a Toni, a me, non saremmo stati pronti”.

“Poi gli occhi del parroco si posarono su di noi. Su di me, Toni e mia madre. Il modo in cui ci fissò, un miscuglio di imbarazzo e pena. Non erano necessarie parole. Compresi all’istante cosa fosse accaduto. Ti odio papà, pensai”. 

“Luna rosso sangue, Newton Compton, a cura di Sopra le righe.

Michela Bilotta

Sono nata a Salerno e vivo da oltre dieci anni a Bruxelles, dove mi occupo di comunicazione e ufficio stampa. Giornalista pubblicista dal 2007 e sommelier professionista, ho maturato un’esperienza ventennale come direttrice creativa, editor e addetta stampa per case editrici, agenzie pubblicitarie, testate giornalistiche, ONG internazionali e istituzioni europee. Ho, inoltre, pubblicato guide turistiche, racconti e manuali per concorsi a cattedra. Ho seguito, e continuo a seguire, corsi di scrittura creativa e tecniche narrative, ho sempre usato le parole per lavoro e per passione, e il mio amore per la scrittura è pari solo a quello per la lettura. La metrica dell’oltraggio, edito dalla Jack Edizioni, è il mio primo romanzo edito e tratta dei diversi aspetti della violenza di genere, partendo dalla tragica storia della poetessa Isabella Morra, assassinata dai fratelli, fino ad arrivare al fenomeno dei femminicidi oggi. Il libro ha destato l’attenzione della stampa nazionale, è entrato nell’elenco ufficiale dell’AIE come testo scolastico ed è stato presentato alla Camera dei deputati. Il mio racconto “Controtempo” è stato pubblicato nell’antologia “Due anni di Jack”. Tre miei racconti sono stati pubblicati nell’Antologia “Ad alta voce”, a cura della scrittrice Sara Rattaro.

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