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“Ora tocca a me” di Dario Fani: giocare a scacchi con la vita

Benedetti i librai del mondo. Quando un vostro amico vuole regalarvi un libro ma non sa quale, è il Benedetto Libraio che interviene a risolvere la situazione. Basta dirgli qualcosa come “ultimamente sta in fissa con gli scacchi” e ci pensa lui. È così che è finito tra le mie mani questo “Ora tocca a me” di Dario Fani.

Apertura

In una partita di scacchi si distinguono tre momenti diversi. L’apertura, ovvero le mosse iniziali dove si dispongono i primi pezzi, il mediogioco, che è l’insieme dei cambi dove ogni giocatore cerca il miglior vantaggio possibile, e il finale. Nel finale non resta che sfruttare la propria posizione per dare matto all’avversario. Viene spiegato nel libro, e vengono citate anche una marea di altre nozioni, compresi i nome delle aperture, segno che l’autore è davvero appassionato di scacchi.

Mio padre mi osserva perplesso. «Già». Ma non può aver capito. Il guaio vero è che non gli interessa provare a capire. È tutto preso dal lavoro. Torna con lo sguardo ai suoi fogli, sta correggendo due tesi. Importanti, dice. Importantissime. Immagino, più di due figli.

Davide è un ragazzino di sedici anni, d’indole buona e con la passione degli scacchi. Deve ricominciare la sua vita a Ostia, dopo che il padre ha trasferito tutta la famiglia per motivi di lavoro. Famiglia che in verità perde subito. Anche se il tempo del romanzo non viene specificato, viene da collocarlo non oltre la prima metà dei novanta, quando una separazione era una notizia e le strade più polverose.

Non è facile per Dado gestire la sua vita da adolescente. Superare il dolore di una madre che lo abbandona insieme al fratello. Contenere le ambizioni del Maestro Cataldo che insegna gli scacchi come se insegnasse la vita. Mantenere la protezione dei suoi poco raccomandabili amici evitando di diventare un criminale.

La Roma, ma più che altro la vita, che racconta Dario Fani è quella che abbiamo visto tante volte al cinema, quella che ci parla di quartieri poco raccomandabili, di giovani gang che si intestano il controllo delle zone, quella che ci fa cambiare lato del marciapiede se stiamo per incrociare un’altra persona.

Mediogioco

Ora tocca e me – Copertina

Dado di tutto questo ancora non sa nulla, non ha idea nel giorno che esce a giocare per farsi degli amici, che quei ragazzini che gli si avvicinano in realtà vogliono solo umiliarlo e portargli via il pallone. È così che comincia la sua avventura criminale, perché Dado sarà anche ingenuo ma non è affatto stupido. Quel modo brillante e bonario, è irresistibile per chi è in cerca di persone autentiche e di cui ci si può fidare, materiale di prima qualità da accatastare nelle fila delle risorse. Così arrivano uno a uno il Roscio, Cappottone, Nardella e tutti gli altri. Così compie naturalmente la sua piccola scalata nella gang che controlla lo spaccio nel quartiere. Sebbene tutti si accorgano che a Dado piacere usare il cervello più delle mani, riconoscono la sua lealtà, e soprattutto la sua mancanza di ambizione. Dado sa stare benissimo al proprio posto. Se ne tirerebbe volentieri fuori, in realtà, ma le conseguenze gli appaiono presto serie. Già una volta è uscito intero dalla Panetteria, ovvero il luogo dove la gente viene rimessa in riga, e non ha più intenzione di entrarci.

Di tutt’altra prospettiva invece è la carriera scacchistica, Cataldo lo ha eletto suo pupillo, vede in Davide cose che lui ancora non riesce a vedere. Lo coltiva come un fiore e lo spreme come un frutto. Dal canto suo Dado accoglie tutto come una spugna, venera il suo maestro e lo eleva a sua guida morale. Interpreta ogni cosa della vita secondo le regole degli scacchi, i tempi, le decisione, gli stalli. Tutto per lui può essere risolto come verrebbe risolto in una scacchiera. E magari fosse vero, perché la sua carriera scacchistica è fulminante, arrivando a picchi e talenti che nemmeno il Maestro aveva sospettato.

Finale

Sappiamo tutti come funzionano le storie. L’eroe deve arrivare in alto, affinché possa cadere più rovinosamente. “Ora tocca a me” è un romanzo di formazione. Una storia classica, lineare, ma non per questo meno efficace. Il nostro Dado è una persona troppo buona perché possiamo tollerare serenamente le prove che è chiamato ad affrontare. Troppo giusta perché il mondo gli riservi i tiri che subisce. Così, crescendo come un ragazzo normale, benché eccezionale, dovrà confrontarsi ogni giorno anche con le sfide tipiche di un adolescente, amori compresi.
Nonostante le sue prepotenti convinzioni, nonostante le antipatie per chi lo butta in acqua per insegnargli a nuotare, nel suo percorso di crescita non potrà fare a meno di notare i meriti delle persone che ha intorno. Dell’insegnante di italiano che lo sfida perché lo vuole recuperare, di Cataldo che lo porta al limite per spedirlo in orbita, dei compagni leali, talvolta di quelli sleali, e persino dei genitori manchevoli.
Il tempo è una corazza che ci scopre poco a poco, e quando finalmente ci vediamo nudi come nasciamo, scopriamo di non essere migliori delle persone che combattiamo. Accomunati dagli stessi limiti, dalle stesse miopie.

Tutte le partite di scacchi mai giocate non hanno ancora esaurito la loro iniziativa, così come neanche la vita col suo alternarsi di grazie e disgrazie, quasi a dimostrare che certe cose non sono risolvibili, che nemmeno un mondo davvero meritocratico, sarebbe risolto. Dobbiamo scegliere se essere pedine o la mano che le muove, solo consapevoli di quello che siamo e di ciò che vogliamo essere possiamo sperare di arrivare almeno ad una patta.

Arrivo al laghetto. Vedo il fuoco, la pentola e capisco che è già tutto successo, ma qualcosa non mi torna. Sulla pentola c’è sistemata una lamiera con sopra un sasso. Grilletto toglie il sasso e con una straccio solleva la lamiera. Di rane nel pentolone ce ne sono tre. Ben più che bollite.
«Allora?» domando. «Ha funzionato?»
Loro ondeggiano le teste, come a dire sì e no.
Li fisso con fare interrogativo.
«Dado, ‘sti grandi scienziati americani nun avevano capito ‘na cosa…»
«Cosa?» domando.
«Cor coperchio viene mejo.»

“Ora tocca a me” di Dario Fani, Giunti Editore, 2023. Malditesto.

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