Non è facile stare al proprio posto, soprattutto se non è quello giusto. Accettare di stare in disparte parrebbe un’ingiustizia. A volte, si acconsente di soccombere ad una data situazione delicata quando non ci sono altre vie d’uscita. Esiste un potere, atavico, che sotterra anche la volontà di diniego di talune tradizioni dettate da regole maschiliste, sessiste e sociali.
In L’ombra di Caterina di Marina Mazza conosci la storia della madre di Leonardo da Vinci. Giovane popolana, sedotta dal notaio ser Pietro da Vinci, la giovane rimane incinta di un figlio che non può allevare. Lo allatta sì, ma le viene tolto dalle braccia per essere cresciuto nella casa paterna. Leonardo, qui rimarrà sempre un bastardo. Non erediterà né titoli né proprietà e dovrà vivere solo del suo grande ingegno, mentre la vita di sua madre scorre separata dalla sua. L’esistenza di Caterina è difficile: si accomoderà ad un matrimonio riparatore e subirà un’accusa di stregoneria. A Firenze, Leonardo da Vinci manifesta subito il suo talento, ma si trova macchiato dall’accusa di sodomia. Parte, quindi, per Milano, una città più grande, libera e ricca, al servizio degli Sforza. Madre e figlio seguiranno ognuno le loro orme.
Il romanzo è strepitoso, bellissimo. La narrazione è piena, emozionante. La scrittura è suggestiva, avvincente. Senti e vivi ogni cosa di una figura femminile che è stata singolare, generosa e rivoluzionaria nel suo essere.
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“L’ombra di Caterina” di Marina Marazza, edizioni Solferino. Dream Book.