Più che una penna o una tastiera credo che lo strumento utilizzato da Giulia Caminito per scrivere Un giorno verrà sia stato un coltello da intaglio o, meglio ancora, una sgorbia, ovvero quell’attrezzo che si utilizza per scavare il legno, per svuotarlo, lavorarlo, con il fine di creare figure grezze da levigare e rifinire.
Solo che quest’ultima operazione non è contemplata nella scrittura della giovane autrice romana, che invece decide di offrire al pubblico lettore una storia aspra, cruda, ruvida, di quelle che si appiccicano alla coscienza, che tornano e ritornano nella mente durante e a fine lettura, che fluiscono nel sangue con decisione, quasi con violenza. Perché benché questo romanzo racconti le vicende dei Cerasa, famiglia di fornai e mezzadri che lottano, si dimenano e provano a resistere al deserto sociale ed economico di Serra dei Conti, piccolo borgo marchigiano nel quale abitano, quella di Un giorno verrà è una storia fortemente politica, tremendamente politica, al punto da far venire voglia di farsi spazio tra le righe del testo per entrare in azione e accompagnare i protagonisti nelle loro battaglie sociali.
“Era giusto non andare in guerra, era giusto che loro avessero la paga che gli aspettava, era giusto poter mandare Nicola a scuola, era giusto che Gaspare avesse la metà di quello che coltivava, era giusto non crepare mentre rubavi una mela, era giusto che le terre tolte ai preti venissero date loro, a chi ci viveva, a chi le lavorava, a chi le amava, poi la polizia iniziò a sparare”.
È senza dubbio Lupo il protagonista che ruba la scena, un ragazzo ribelle, che si oppone alle imposizioni, alle ingiustizie, ma anche a ciò che semplicemente ritiene inaccettabile, come la passività dei propri genitori, inermi, inerti, esposti alle intemperie sociali, economiche, storiche con i loro corpi ideologicamente seminudi, privi di volontà e di reazione. E poi c’è Nicola, suo fratello, il suo opposto, del quale Lupo prova a prendersi cura e che diventerà motivo di vita insieme alla lotta anarchica e alle volontà sovversive. A completare il quadro Suor Clara, la cui storia andrà amalgamandosi a quella della famiglia Cerasa.
“Un giorno verrà” di Giulia Caminito è un libro sorprendente, caratterizzato da una scrittura accurata, profonda, mai ridondante e da una storia tosta, polverosa, che riporta ai primi anni del ‘900, alle battaglie sociali e politiche degli “ultimi” della classe e ai grandi eventi storici che segnarono l’inizio del XX secolo. Un libro che non si dimentica facilmente.
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“Un giorno verrà” di Giulia Caminito, edizioni Bompiani. Libri in Pillole.