Gap generazionale, problemi di incomunicabilità, superficialità dei giovani, incapacità degli anziani di adeguarsi ai ritmi e alle novità dei tempi moderni. Mi è capitato spesso di sentir pronunciare queste frasi quando si parla del rapporto tra i giovani e i cosiddetti vecchi, tra i quali sembra sia quasi impossibile stabilire un punto di contatto, perché la distanza culturale, di pensiero e di approccio alla vita appare decisamente troppo ampia.
Quattro personaggi l’uno completamente diverso dall’altro, che però trovano il loro punto di incontro nel valore della comunità e del tempo dedicato agli altri, negli atti di gentilezza e soprattutto nella volontà di far affiorare dalla memoria della centenaria Eva quei ricordi rimasti bloccati dietro al muro della memoria. Ed è una storia dolcissima, perché sottolinea, ancora una volta, l’importanza dei ricordi che non devono cadere nell’oblio bensì essere custoditi e tramandati, perché sono le colonne su cui si costruisce il futuro.
“Come mattoni di una diga conserviamo la memoria gli uni degli altri. La diga è la memoria del mondo. Ogni tanto qualche mattone si sgretola e comincia a filtrare l’acqua che distruggerà tutto. Sento il ghiaccio che si scioglie e sommergerà tutto, presto.
Allora c’è bisogno di un altro mattone. C’è bisogno di uno di noi che si allarghi e blocchi il flusso d’acqua. Come la storia del bambino che mette il dito nella diga e salva il villaggio. Siamo tutti quel bambino e usiamo tutte le dita. La pressione dell’oblio sulle nostre dita, per tutta la vita. Siamo responsabili della nostra memoria e di quella degli altri”.
Un libro fresco, scritto con un tocco di leggerezza che rende la lettura molto coinvolgente, estremamente godibile.
“Senza disturbare i tulipani” di Federico Guerri, edizioni Spartaco. Libri in Pillole.