Libri in pillole

“Meccanica di un addio” di Carlo Calabrò: un piacevole thriller amazzonico

Ci sono dei libri che mi piace definire, forse in modo non appropriato, simpatici, definizione con cui essenzialmente intendo quella sensazione di buona predisposizione che mi accompagna nel momento in cui mi accingo a iniziarne la lettura. Libri che o per il titolo, o per la copertina, o per le sensazioni ispirate dalla combinazione di entrambe le cose, mi fanno pensare a una storia di quelle alla film di Bud Spencer e Therence Hill, con cui sono cresciuto e che, ancora oggi, riguardo sempre volentieri seppur per la centesima volta.

Ecco, “Meccanica di un addio” di Carlo Calabrò
ha fin da subito suscitato in me questa simpatia, confermata anche durante la lettura. Perché è un romanzo innanzitutto ambientato in Brasile, precisamente in Amazzonia, in un minuscolo villaggio chiamato Araxá do Oeste, dunque in un luogo che già di per sé mi affascina moltissimo: per ciò che l’Amazzonia rappresenta e per ciò che, anche a livello meteorologico, la narrazione trasmette a livello di immagini e sensazioni: sole, caldo, foresta, animali, afa, insomma, tutto ciò che a me piace.

Ma non solo. Perché il protagonista di questo romanzo non è un brasiliano, bensì un ingegnere svizzero che ha deciso di rilevare una segheria in Amazzonia per avviare un’impresa ecologica e sostenibile. Ed è qui che iniziano le avventure di Meccanica di un addio: da una parte c’è la linearità svizzera di Kauffmann, abituato all’ordine e all’organizzazione di stampo europeo; dall’altra c’è un Paese che vive in modo più morbido, con un ordine altro, in una modalità che mal si concilia con la rigidità dei gringos. E il risultato non può che essere uno sbilenco tentativo di mediazione tra due poli opposti, che naturalmente non arrivano mai a toccarsi, ma che provano ad avvicinarsi restituendo anche momenti di confronto piuttosto divertenti.

“Il samba è la metafora perfetta del Brasile: ci si muove molto, con fatica ed entusiasmo, con gioia ed eleganza, con sforzo eroico e passione travolgente, per ritornare inesorabilmente al punto esatto da cui si era partiti. Avanzare, mai”.

Meccanica di un addio è una lettura molto piacevole, una sorta di thriller amazzonico costruito su equivoci culturali, progetti sconclusionati e quegli imprevisti che nascono in quei luoghi dove il confine tra il lecito e l’illecito è talmente sfumato da regalare situazioni paradossali ma allo stesso tempo autentiche. Carlo Calabrò, infatti, riesce a catturare l’essenza di un mondo caotico e affascinante, dove le scelte dei personaggi si intrecciano inesorabilmente con il contesto, dando vita, dunque, a una storia ricca di suspance, ironia e, perché no, anche di umanità.

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“Meccanica di un addio” di Carlo Calabrò, edizioni Marsilio. Libri in Pillole.

Alessandro Oricchio

Dottorando in studi politici Sapienza Università di Roma, speaker di Teleradiostereo, giornalista pubblicista iscritto all'Odg del Lazio. Amante dei libri, dei viaggi, del calcio, della lingua spagnola, del mare e della cacio e pepe.

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