A Garamond Type

“I figli che non voglio” a cura di Simonetta Sciandivasci: recensione libro

Ahi è capitato di pensare che se una cosa non si vede non esiste? Nulla di più errato: il lato oscuro della luna, quello che non vediamo mai per intenderci, esiste eccome! I Pink Floyd ci hanno pure intitolato un album, bellissimo peraltro. È un po’ come quando si dà per scontato qualcosa ed escludiamo a priori il suo opposto: non lo consideriamo, quindi è per noi oscuro, infondato, impossibile, inesistente.

I figli che non voglio simonetta sciandivasciI figli che non voglio di Simonetta Sciandivasci

È successo alla giornalista e scrittrice Simonetta Sciandivasci quando, ospite di una trasmissione su Rai 1 il primo gennaio 2022, le viene chiesto perché i giovani non fanno più figli (secondo l’Istat il 5% delle giovani donne non ha figli) e lei candidamente risponde in modo dissonante rispetto a quella che è considerata la verità: «Io non voglio figli. Li posso avere. Ho trentasei anni e abbastanza soldi per mantenerli. Ma non mi interessa, tutto qui.»

Apriti cielo! Anzi: vade retro tu che provieni dal lato oscuro della luna! Non esiste che non si facciano figli perché non si vuole, ma quando mai? L’inverno demografico dipende unicamente dal fatto che lo Stato non aiuta i giovani. Punto. In quella sede non è ammesso contraddittorio, ma Simonetta Sciandivasci ha la possibilità di scrivere sul numero del 16 gennaio 2022 di “Specchio”, l’inserto domenicale de “La Stampa”, un articolo intitolato I FIGLI CHE NON VOGLIO, sotto forma di lettera aperta all’Istat per rivendicare dignità e spazio a chi come lei sceglie di non avere figli perché semplicemente non li vuole.

Uno tsunami di voci

Si apre un dibattito molto animato, la redazione diviene una sorta di ufficio postale: arrivano lettere, pezzi, mail, centocinquanta articoli, duecento proposte di collaborazione. C’è chi si indigna, chi offende, chi si allinea, chi come sua zia le suggerisce di dire che il motivo per non avere figli è che «sono una gran rottura di palle». È uno tsunami di voci spontanee che a un certo punto Sciandivasci, che ha il dono di rendere letteraria ogni cosa, decide di coordinare e gestire, chiedendo anche contributi a chi sente che ha qualcosa da dire, donne “cadute nel pozzo” e uomini, non-madri, madri, non-padri, padri. Un dibattito inclusivo a trecentosessanta gradi.

Il libro
I figli che non voglio simonetta sciandivasci

A novembre 2022 ne esce un libro, I FIGLI CHE NON VOGLIO, edito da Mondadori, che raccoglie i contributi più significanti, quelli di Viola Ardone, Sandro Bonvissuto, Maria Cafagna, Elisa Casseri, Francesco Ditaranto, Marco Franzoso, Flavia Gasperetti, Loredana Lipperini, Elena Loewenthal, Andrea Malaguti, Michela Marzano, Daniele Mencarelli, Assia Neumann Dayan, Gianluca Nicoletti, Raffaele Notaro, Melissa Panarello, Veronica Pivetti, Silvia Ranfagni, Francesca Sforza, Caterina Soffici, Giorgia Soleri, Elena Stancanelli, Giorgia Surina, Nadia Terranova, Maria Sole Tognazzi, Alec Trenta, Carlotta Vagnoli, Ester Viola.

E quindi?

Non volere fare figli non significa non voler essere coinvolte nella costruzione del futuro: chi fa questa scelta consapevole sa che già nel presente può «vivere in un mondo che assomigli un po’ a quello sognato da Platone, quello in cui i figli non sono di nessuno perché sono di tutti, e tutti concorrono a crescerli, allevarli, amarli. Mi è chiaro che mi piacerebbe partecipare a una genitorialità universale, collettiva, e che questo non ha a che fare con il desiderio di maternità, ma con quello di pari opportunità.» Per arrivare a vivere non in una società, bensì in una comunità.

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Nota personale: ho conosciuto Sciandi quando siamo state compagne di scuola in un corso online tenuto da Annalena Benini nel maggio 2021. La luce dei suoi occhi bucava lo schermo.

I figli che non voglio” di Simonetta SciandivasciMondadori. A Garamond Type.

Laura Busnelli

Commercialista “pentita”, ho maturato anche un’esperienza pluriennale in Sony. Lettrice appassionata e tuttologa, all’alba dei quarant’anni mi sono scoperta scrittrice, dopo essermi occupata di correzione bozze ed editing. Sono stata una libraia indipendente per tre anni, saltuariamente faccio ancora incontrare libri e lettori con grande gioia. Operatrice culturale, modero spesso eventi e racconto il mondo dei libri anche online, tengo una rubrica su libri a tema animali su RadioBau & Co. (web radio del gruppo Mediaset) e collaboro con l'associazione culturale "Librai in corso" nell’organizzazione di eventi e in corsi a tema. La mia rubrica qui si chiama "A Garamond Type" perché il Garamond è il carattere adottato per quasi tutti i libri italiani e Type sta sia per carattere, font, sia per tizio. E la tizia sarei io.

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