Libri in pillole

“I miei stupidi intenti” di Bernardo Zannoni: recensione libro

Mmmaginate di ritrovarvi in un bosco. Di inoltrarvi lungo sentieri fatti di terra, radici, arbusti, fogliame, di sentire il profumo dell’erba bagnata, quello forte e deciso del legno, di percepire sulla vostra pelle la sensazione di freddo causata dall’umidità che avvolge questo microambiente cromaticamente dominato da tutta la gamma dei verdi con le sue molteplici sfumature.

Ora immaginate di trovare un tronco d’albero su cui accomodarvi e di scoprire improvvisamente che il bosco è abitato da animali parlanti, esseri viventi con una coscienza, un cuore e due obiettivi: quello primario di sopravvivere nel competitivo mondo della natura, quello più “umano” di crescere, progredire, sviluppare una coscienza e dare un significato alla propria esistenza.

“Rivedevo la mia vita fino a quel punto e contavo quante volte mi era balenato in testa di poter morire. Nessuna. La morte aveva sempre toccato chi mi circondava, mai me; nel mio esistere la escludevo a priori, abbandonata dietro l’evolversi dei miei giorni, che credevo avrebbero continuato a scambiarsi senza orizzonti. Fui colpito da una forza invisibile. Il peso dell’aria, della terra sotto le zampe, del cielo, del bosco, di ogni fiume mi schiacciò sotto di sé. Mi spezzai a metà”.

Se siete rimasti a bocca aperta avete avuto la mia stessa reazione quando ho scoperto che Archy, il protagonista, era una faina. Perché, come di consueto quando comincio un nuovo libro, non leggo mai né quarte di copertina né anticipazioni.

Archy è un animale fatto di pelo, denti aguzzi, istinto, ma anche di preoccupazioni, considerazioni, urgenti necessità. È lui stesso a raccontare la sua parabola, che inizia in una famiglia problematica e anaffettiva e che prosegue con l’esperienza formativa accanto a Solomon, una volpe usuraia che insegnerà alla piccola e indifesa faina cosa significhi crescere e abbandonare il seppur inospitale nido famigliare: l’esistenza di Archy cambierà radicalmente, perché con Solomon imparerà a leggere, a scrivere, a riflettere su temi cruciali quali l’amore, le relazioni “sociali”, la vita, la morte.

Ed è un cammino impervio quello che deve percorrere Archy, che dovrà essere disposto a perdere l’innocenza per fare il suo ingresso in quell’intricato mondo dei grandi, dove tradimento, furbizia, cinismo, spietatezza e crudeltà sono proiettili da schivare continuamente se si vuole sopravvivere indenni.

Una storia esistenziale, metafora della vita umana, scritta con una prosa scorrevole che si lascia leggere con grande naturalezza, intima e toccante. Un esordio senza dubbio originale per l’autore che ha appena 25 anni.

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“I miei stupidi intenti” di Bernardo Zannoni, edizioni SellerioLibri in Pillole.

Alessandro Oricchio

Dottorando in studi politici Sapienza Università di Roma, speaker di Teleradiostereo, giornalista pubblicista iscritto all'Odg del Lazio. Amante dei libri, dei viaggi, del calcio, della lingua spagnola, del mare e della cacio e pepe.

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