“Questa storia inizia un attimo prima dell’avvento dei social network e forse oggi non sarebbe potuta cominciare”. Mi ha colpito particolarmente questa prima frase della quarta di copertina di “Federico sta fuori” di Savino Bonito, incuriosendomi molto. Perché mi sono chiesto se ci fossero davvero storie che non possono esistere a causa delle reti sociali, strumenti che oramai sono entrati in pianta stabile nella nostra cassetta di quegli attrezzi che utilizziamo quotidianamente per comunicare.
Quei pezzi di vita reale, tuttavia, erano piccoli mattoni che costruivano le nostre giornate: un incontro improvviso, un banale cortocircuito, un semplice segno del destino che avevano il potere di cambiare le nostre giornate.
Federico sta fuori racchiude tra le sue pagine proprio quei pezzi di vita reale che abbiamo gradualmente perduto, e lo fa narrando le storie di sei ragazzi la cui esistenza sembra essere legata da un filo invisibile, in cui i colpi di fulmine si sovrappongono ai colpi di scena, trasmettendo freschezza, novità e anche un pizzico di nostalgia per qualcosa che un tempo era e che oggi, forse, non è quasi più.
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“Federico sta fuori” di Savino Bonito, edizioni Scatole Parlanti. Libri in Pillole.