Libri in pillole

“E non fummo più ragazzi” di Francesco “Baro” Barilli: recensione libro

Quel 20 luglio del 2001 è una data che difficilmente dimenticheremo. La ricordo con grande nitidezza, anche perché in quegli anni frequentavo la facoltà di Lettere della Sapienza, luogo da cui tanti ragazzi (e amici) si organizzarono per partire alla volta di Genova, dov’era in programma il G8.

Avevamo poco più di vent’anni, ma era già più che chiaro che quell’appuntamento non sarebbe stato il solito meeting tra potenti: aveva un significato particolare e lo dimostrò anche la massima attenzione con cui i media coprirono l’evento, un’informazione continua, in alcuni casi esasperata, che in parte preparò il terreno per quel teatro dove si registrarono azioni barbare, cruente. Inizialmente nelle strade, poi nei tribunali.

“Io ero al piano terra della scuola quando sono entrati i poliziotti. V’assicuro, non c’è stata nessuna resistenza da parte nostra. Qualcuno ha provato a fuggire di sopra, altri si sono inginocchiato con le mani alzate, altri hanno estratto i documenti per mostrarli. Un ragazzo, credo spagnolo, si è presentato davanti ai poliziotti, pure lui con le mani alzate, dicendo qualcosa, ho capito solo «nada», penso intendesse «non stiamo facendo nulla, non abbiamo fatto nulla». Nessun atteggiamento è servito, nessuno è stato risparmiato, né chi fuggiva né chi si era inginocchiato, tutti siamo stati manganellati e presi a calci, per primo proprio quel ragazzo”.

Il G8 di Genova cambiò radicalmente tante vite, soprattutto quelle di coloro che erano partiti per dimostrare il loro dissenso contro i capi di stato degli otto paesi più industrializzati e che ben presto si ritrovarono imprigionati in veri e propri lager, dove subirono torture, dove i diritti umani vennero calpestati, dove lo stato si trasformò da garante in aguzzino.

L’aggressione alla scuola Díaz, l’omicidio di Carlo Giuliani, le violenze di Bolzaneto e del carcere di Vercelli: nel libro di Francesco Barilli questi episodi si intersecano alle storie personali di Luca, Paola, Alfredo e Michela, ragazzi che dopo quella esperienza si scoprirono meno giovani e che tornarono nelle rispettive case con cicatrici indelebili sui loro corpi e nei loro cuori.

E vi sfido a non tornare indietro nel tempo per accompagnare i protagonisti del libro nella lotta sociale di cui volevano rendersi protagonisti, a non innamorarvi di Michela, ragazza selvatica che incarna l’inafferrabilità delle idee rivoluzionarie che, per esistere, hanno bisogno di continuo movimento e non di statici dibattiti che, troppo spesso, portano a una filosofia ristagnante che è tutto fuorché risolutiva. Un romanzo che, attraverso le narrazioni di quei quattro giovani invecchiati, ci riporta indietro nel tempo, in quel doloroso ricordo che ha costituito uno spartiacque nella vita di tanti ragazzi.

“E non fummo più ragazzi” di Francesco “Baro” Barilli, edizioni Red Star Press. Libri in Pillole.

Alessandro Oricchio

Dottorando in studi politici Sapienza Università di Roma, speaker di Teleradiostereo, giornalista pubblicista iscritto all'Odg del Lazio. Amante dei libri, dei viaggi, del calcio, della lingua spagnola, del mare e della cacio e pepe.

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