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Erba verde è il nostro letto di Marina Milani: tra ecologia, memoria e speranza

“Andrò a Oslo e porterò con me i semi delle piante della grande serra. E quando sarò là, farò crescere nuovi germogli. Il verde crescerà e striscerà sulle pareti del mio appartamento, e sarà un po’ come essere a casa. Sarà un pò come Erba verde è il nostro letto”.

Trama

Jonas Lyrer ha vent’anni e ama le piante più dei suoi simili. Le piante almeno non sono depresse e nevrotiche e non lo bullizzano perché assomiglia a una specie di strano Dioniso boschivo con gli scarponi da montagna e la bandana in testa. Colpa (o merito) del bisnonno Hasso, insigne botanico che esplorò il Borneo e creò i più antichi vivai di Bergamo, per poi scomparire una notte di pioggia del 1945 senza essere più ritrovato.

Nella decadente villa di famiglia, la Drys, tanto affascinante quanto in sfacelo, Jonas vive insieme al padre semialcolizzato e alla zia svitata prendendosi cura della grande serra, che il bisnonno volle costruire per tenerci palme e piante carnivore, e intanto cerca di venire a patti con la sua vita e il suo futuro.

Se ci sarà un futuro, dato che siamo nel bel mezzo di una pandemia e non si può nemmeno uscire di casa. Così, per ingannare la noia e non impazzire, Jonas racconta in lunghe lettere alla sua amica Stella, un’attivista di FFF conosciuta a Davos l’anno prima, la storia di Hasso, sperando che la trovi abbastanza interessante da trasformarla in un romanzo solarpunk. Perché se c’era un tipo da romanzo era proprio il bisnonno, irrequieto e intraprendente, che entrò in conflitto con i genitori, svizzeri emigrati a Bergamo, quando decise di studiare botanica invece di prendere in mano l’azienda tessile di famiglia.

Mentre il mondo si mette in pausa e Jonas prova invece, per la prima volta, a mettersi in gioco, dando retta a sentimenti e vocazioni, la vita della famiglia Lyrer, dai genitori di Hasso fino all’ultimo nipote, scorre sulle pagine, placida e tumultuosa, un dipanarsi di cinque generazioni attraverso le vicende tragiche ed esaltanti del nostro Paese.

“Erba verde è il nostro letto” di Marina Milani: recensione

Erba verde è il nostro letto di Marina Milani, edito da 8TTO Edizioni, è un romanzo che intreccia memoria familiare, riflessioni sul presente e una profonda connessione con la natura, trasportando il lettore attraverso epoche e paesaggi diversi.

La storia prende il via durante il lockdown del 2020. Jonas, ventitreenne solitario e fuori posto nella sua stessa famiglia, trascorre le giornate nella fatiscente Villa Drys, una dimora ereditata dai gloriosi tempi della dinastia Lyrer. Il padre, un genio tormentato dall’alcol, e la zia Elizabeth rappresentano l’eco di una famiglia frammentata, mentre l’immenso vivaio della villa è ormai solo un ricordo di un passato rigoglioso. Là dove una volta le piante erano simbolo di vita e scoperta, ora regna il disordine di una natura abbandonata. In questo contesto, Jonas trova conforto e identità proprio nelle piante, con le quali riesce a stabilire un dialogo silenzioso e profondo.

“…e allora ho pensato a te, Stella. Proprio a te, perché non te ne importa niente, e quando non ce ne importa le cose riescono meglio…”

L’incontro virtuale con Stella, attivista ambientalista e aspirante scrittrice solarpunk, introduce un nuovo respiro nella quotidianità di Jonas. I due si erano conosciuti nel 2019 durante una manifestazione al World Economic Forum di Davos, al fianco di Greta Thunberg e del movimento Fridays For Future. Ora, separati dalla pandemia, si scambiano lunghe e intime e-mail che si trasformano in una sorta di romanzo nel romanzo. Jonas racconta a Stella la storia del suo bisnonno Hasso Lyrer, botanico visionario vissuto a cavallo tra Ottocento e Novecento, un uomo che ha sacrificato tutto per seguire la sua passione per le piante, sfidando la volontà di un padre dispotico e il peso delle tradizioni familiari.

Attraverso la corrispondenza tra Jonas e Stella, Marina Milani costruisce un ponte tra passato e presente, ponendo al centro il tema della natura e del rapporto, spesso conflittuale, tra l’uomo e l’ambiente. Hasso e Jonas sono due anime affini, unite da un amore viscerale per le piante ma divise da contesti storici diversi: se per Hasso la natura era un mondo da scoprire e valorizzare, per Jonas è un patrimonio in pericolo, soffocato dalla crisi climatica e dall’incuria umana.

“Nessuno vide il bisnonno uscire di casa, nessuno si accorse di niente fino al mattino, quando trovarono il suo letto vuoto”

I flashback dedicati alle avventure di Hasso conducono il lettore in un viaggio tra Asia, Europa e Italia, tra spedizioni botaniche e momenti di pura meraviglia di fronte alla vastità della natura. Al tempo stesso, il presente è raccontato attraverso la voce fresca di Jonas. Le e-mail diventano il mezzo perfetto per dare forma ai pensieri e alle riflessioni del protagonista, che alterna momenti di cinismo e ironia a confessioni profonde e toccanti.

“Stella! Dov’eri finita? Quanto tempo hai impiegato per rispondere alla mia mail? Ho capito che stai studiando Filologia romanza e non vuoi essere disturbata…”

Uno degli elementi più affascinanti del romanzo è la sua capacità di fondere la dimensione intima con quella collettiva. La crisi climatica, il lockdown, le manifestazioni giovanili sono tutti tasselli di una realtà che tocca ognuno di noi. Marina Milani, mette questi temi al centro della narrazione, invitando i lettori a riflettere sul proprio ruolo nel mondo.

Marina Milani firma un romanzo avvolgente, capace di unire avventura, introspezione e una riflessione urgente sul nostro tempo. Jonas, che inizialmente si aggrappa alla memoria del bisnonno e ai suoi racconti, comprende alla fine che il futuro non si costruisce guardando indietro, ma agendo nel presente.

Biografia dell’autore

Marina Milani, insegnante di Lettere in un liceo scientifico di Pavia, è un’appassionata viaggiatrice, lettrice, camminatrice. Nel 1992 ha pubblicato un racconto nella raccolta Chiama quando vuoi edita da Mondadori e nel 1995 ha vinto il concorso letterario nazionale Voci di donne indetto dalla Provincia di Savona. I suoi racconti sono apparsi sulle riviste Inutile, Carie Letterarie, Crack.

“Erba verde è il nostro letto” di Marina Milani, 8tto edizioni Pagine 416, 20 euro. Recensione a cura di Morena Di Giulio per Lib(e)ri di leggere.

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Morena Di Giulio

Classe 1984, dopo una laurea in Arti e Scienze dello Spettacolo lavora prima come redattrice di cronaca in varie testate locali, per poi approdare nel mondo della radiofonia senza mai mettere da parte il suo grande amore per la lettura e l'editoria. Storica mancata, giocatrice di ruolo, appassionata di viaggi e divoratrice di libri. Nel cassetto dei sogni, fare il giro del mondo.

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