Sopravvivere. Fare la fame oppure riuscire a vivere superando le difficoltà che piegano anche il più ardito degli uomini non è sufficiente ad inquadrare situazioni al limite della sopravvivenza. Vivere, poi, con i sensi di colpa, con la paura, è come sfiorare i pericoli. Agli animi tormentati non passeranno mai sotto traccia cose che non si possono tacere e nemmeno accantonare.
In La ragazza di Montmartre di Aimie K. Runyan conosci la vita di due donne, Lisette e Micheline. La prima è una ragazza nobile e ricca che, con l’arrivo dei prussiani a Parigi nel 1870, ha la protezione della sua famiglia e del suo nome. La seconda invece, nel 1946, perde il padre in guerra e vive la sparizione della madre con grande sofferenza, ma ha da pensare alle due sorelle minori. Lisette incontra Théodore, un rivoluzionario, decide di abbandonare gli agi e di lottare per la sua città. Abbandona la famiglia d’origine e apre un piccolo forno a Montmartre: un segno per dire che i parigini non sono soli. Micheline, grazie all’aiuto di una sua vicina di casa, si iscrive ad una scuola di cucina e imparerà a sfornare dolci e pane. La vita delle due donne, pur a distanza di un secolo, sono intrecciate da molti più ingredienti di quelli che l’esistenza para innanzi.
Il romanzo storico è commovente. La storia è emozionante come la scrittura. I messaggi di sorellanza, di forza e di sopravvivenza, hanno un nutrito senso della verità.
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“La ragazza di Montmartre” di Aimie K. Runyan, edizioni Piemme. Dream Book.