
“Va bene, supponiamo che ne parlino. Il peggio che possono dire è che ho avuto una crisi isterica e ho riso quando ho sentito che era morto. Non è un crimine.”
Trama
Marcia e Lucy sono due sorelle. Vivono con un padre egoista e tirannico, un medico che ha il suo studio al pianterreno di un edificio di New York di proprietà della famiglia. Sebbene non abbiano una vita che si possa dire allegra, hanno però la tranquillità economica data proprio da quella casa, dove hanno sempre vissuto. Un tardo pomeriggio si ritrovano a origliare i discorsi del padre, che sta progettando di sposare al più presto Pam, la sua infermiera, mentre il destino delle figlie sembra essere l’ultimo dei suoi pensieri. Marcia e Lucy stanno così per perdere l’unica sicurezza che possiedono: la loro casa.
Marcia che ha un lavoro pare più in grado di affrontare la situazione, mentre Lucy, che è sempre rimasta a casa a prendersi cura del padre, sembra ricevere il colpo maggiore. Quasi subito nasce in loro l’idea di commettere un omicidio. Prima pensano di eliminare Pam, ma poi la soluzione più efficiente risulta quella di uccidere il padre. Dopo una serie di goffi progetti, quando alla fine sono pronte per farlo, il piano va a monte, perché il destino interviene a loro favore.
Tutto risolto? No. In un crescendo di ossessioni, stupidi errori e paure ingiustificate, le sorelle finiscono vittime di un ricatto. Eppure, non hanno ucciso nessuno, hanno solo pensato di farlo.
“Due brave sorelle”, di Jean Potts: recensione

Due brave sorelle è senza dubbio un thriller psicologico raffinato e sottile, capace di insinuarsi nei pensieri del lettore fino all’ultima pagina. La storia di Marcia e Lucy, due donne abituate a vivere nell’ombra di un padre dispotico, si trasforma ben presto in una spirale di sospetti, tensioni e scelte ambigue.
Quando il padre annuncia l’intenzione di sposare la giovane infermiera Pam, le sorelle vedono la loro esistenza minacciata e iniziano a immaginare e pianificarne l’omicidio. Ma ciò che segue non è l’esecuzione di un piano studiato, bensì un susseguirsi di eventi imprevedibili che le trascinano sempre più a fondo in un gioco di innocenza e paranoia. La morte, quando arriva, è accidentale, eppure il peso del sospetto grava su ogni dettaglio, lasciando aperto il quesito: si tratta davvero di un caso fortuito o c’è stata una mano che ha spinto il destino in una direzione precisa?
“Oh sì che lo siamo. Eravamo pronte a farlo. Avevamo predisposto tutto. Questo ci rende colpevoli.”
La tensione cresce con il ricatto che incombe su di loro, una minaccia che, anziché trovare una risoluzione, le conduce a un delirio inarrestabile. Jean Potts si dimostra magistrale nel tratteggiare la psicologia delle protagoniste, mostrando come il timore di essere scoperte possa essere più distruttivo della colpa stessa. E a fare da sfondo a questa inquietudine è il pettegolezzo, un sussurro continuo che, pur rimanendo appena sotto la superficie, si insinua nelle crepe dell’insicurezza e alimenta il senso di persecuzione delle due donne.
Il finale è una perfetta dimostrazione della maestria narrativa di Potts: nessuna soluzione netta, nessuna risposta definitiva. Tutto è lasciato all’interpretazione del lettore, che si trova a domandarsi se abbia assistito a un delitto, un suicidio o nessuna delle due opzioni.
Biografia dell’ autrice
Jean Potts è nata nel 1910 ed è morta nel 1999. Dopo aver lavorato come insegnante e giornalista, si trasferisce dal Nebraska a New York, dove scopre la sua vocazione di scrittrice. Pubblica racconti per diverse riviste, tra cui Collier’s, McCall’s, Cosmopolitan, Redbook, Ellery Queen’s Mystery Magazine, Alfred Hitchcock’s Magazine e Women’s Day. Con un suo romanzo vince il prestigioso Edgard Award nel 1954. Pubblica in tutto 14 romanzi che sono stati tradotti in diverse lingue.
“Due brave sorelle”, di Jean Potts. Le Assassine Edizioni Pagine 240, 18 euro. Recensione a cura di Morena Di Giulio per Lib(e)ri di leggere.
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