Leggi-Mela

“Sarah, Susanne e lo scrittore” di Éric Reinhardt: una lettura intensa, disarmante, disturbante e coinvolgente

“Sarah, Susanne e lo scrittore” di Éric Reinhardt mi ha incuriosita da quando l’ho visto in libreria. Mai però avrei immaginato una lettura così intensa, disarmante, disturbante, coinvolgente come quella che mi sono trovata a leggere. Dalla quarta di copertina, sentivo un vago odore di thriller misto a qualcosa di metanarrativo, mentre quella che ho avuto fra le mani si è rivelata una storia in cui i piani si intrecciano, in cui le rivelazioni, anche quelle più roboanti, vengono affidate a una voce narrante a tratti sommessa.

Sarah decide di raccontare la propria storia a uno scrittore, perché la trasformi in un libro e non vada perduta. Perché tutto il dolore attraverso cui è passata non sparisca, sofferto invano. Lo scrittore allora cambia alcuni dettagli, nomi, ambientazioni, nodi narrativi che diventano altro dal reale ma conducono il lettore nella medesima direzione. Quella di Sarah era una vita come tante, moglie e madre, benestante, apparentemente realizzata. Poi la malattia e tutto comincia a crollare, ma lei, sopravvissuta al calvario, aiuta il suo mondo ad andare in pezzi, lascia il lavoro e comincia a creare arte. Alcuni pezzi, però, non ne vogliono sapere di tornare insieme e, nonostante la forza con cui Sarah (o Susanne) si ostina a farli combaciare, alla fine saltano via e così la donna si rende conto che il suo matrimonio è basato su un’ingiustizia e l’uomo che dice di amarla ma che la rifugge ogni sera, in fondo, non fa nulla per porvi rimedio. Inizia così un gioco di forza malato, in cui colei che pensava di tenere le redini si ritrova prigioniera di un dolore che non fa che crescere, pagina dopo pagina, giorno dopo giorno.

Nonostante non mi aspettassi una lettura a tratti così asfissiante e nonostante, in fondo, i personaggi della storia siano ben pochi, così come le ambientazioni, questo libro mi ha coinvolta tantissimo. È una di quelle letture a cui non puoi non ritornare, anche se sei conscia del fatto che ti farà male, perché Sarah e Susanne diventano vittime dell’uomo e della sua violenza e, cosa che ti fa venire voglia di gridare, non fanno nulla per ribellarsi. La scelta realmente affascinante è come realtà e finzione, ricordo e personaggi finiscano per mescolarsi, in una sorta di autofiction che però è anche occasione di vedere una storia nascere dietro le quinte, con il racconto de “lo scrittore” che spiega le sue scelte in fatto di adattamento della realtà al romanzo.

Il risultato è un labirinto di parole ed eventi, dove passato e presente si intrecciano, si alternano racconti in prima persona a digressioni e rimaneggiamenti, considerazioni e manipolazioni; mentre leggevo ho avuto dei momenti in cui mi è sembrato di perdere la bussola, ma alla fine ho capito che quel capogiro era voluto e, nonostante l’amarezza che si attacca a mano a mano che la storia procede, ho davvero amato questo libro.

Vieni a parlare di libri con tutti noi nel gruppo Facebook The BookAdvisor

“Sarah, Susanne e lo scrittore” di Éric Reinhardt, Fazi editore. Leggimela.

Articoli correlati

Pulsante per tornare all'inizio