L’amicizia è come un calice di vino, fa bene. Ti rendi conto subito se quella data persona può esserti amica, a pelle lo sai. A qualsiasi età, l’amicizia ha un valore e non contano gli anni che porti perché quando si divide tutto, lacrime e sorrisi, dolore e felicità, giochi e noia, la si vive come una cosa seria.
In Un soffio di vaniglia tra le dita di Meg Donohue senti il dolce e l’amaro dell’amicizia tra Julie e Annie che da bambine hanno vissuto come sorelle, ma che da adolescenti si ignorano. Julie è ricchissima e viziata, Annie è la figlia della governante dei genitori di Julie. Entrambe sono figlie uniche, questo le porta ad unirsi negli anni dell’infanzia. Crescendo le cose cambiano. La diversa condizione sociale pesa ad Annie che non si vede accettata dai compagni di scuola. È derisa, umiliata, sino a quando è vittima di qualcosa di sconcertante ordito da chi pensava le fosse amica. Annie è bravissima a preparare i dolci, mani in pasta e farina è una qualità che la lega alla madre. La legherà anche a qualcuno che credeva ormai sparito.
Il libro è piacevole. È il classico romanzo americano, senza grandi colpi di scena, dove tutto è prevedibile. La narrazione è godibile, non trascina il lettore in grandi scosse emotive. La storia rientra nel perfetto canovaccio dei romanzi rosa in cui tradimenti, amicizia, famiglia e amore sono trattati esattamente come le commedie americane. Né più né meno.
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“Un soffio di vaniglia tra le dita” di Meg Donohue, edizioni Garzanti. Dream Book.