Le esistenze grezze sono quasi sempre oscurate dal sospetto. Su quelle vite lì si fiata il pregiudizio, magari senza neanche conoscerle. Succede anche che quelle esistenze si imbruttiscono di più, diventano più rabbiose come se fossero alimentate da qualcosa di sinistro.
In Ricomporre amorevoli scheletri di Giovanna Rivero sei avvolto dall’oscurità da ambienti costruiti dalle ferite. Entri nelle vite di figure inquiete sulla soglia della vulnerabilità che annullano ogni bellezza. Sembrano in bilico sul limitare dell’abisso e neanche lì si aggrappano all’innocenza perché la verità in una zona come la Bolivia è amara e dissacrante.
Cruda la narrazione dei quindici racconti. Feroce, schietto, lo stile come uno sputo della vita che si impossessa dei sogni per ridurli in polvere.
“Ricomporre amorevoli scheletri” di Giovanna Rivero, Edizioni Gran Via. Dream Book.