Dream Book

“Piccolo bugiardo” di Mitch Albom: l’ultimo romanzo dello scrittore bestseller dall’incredibile successo internazionale

Le bugie tengono in vita l’idea di salvezza. Si inventano, anche ad arte, per manipolare e sbriciolare la verità. Esse seducono tutti, indistintamente. Tutti mentono almeno una volta. Gli imbroglioni le usano come passaporto per andare dove vogliono arrivare. Si fingono agnelli in cerca di mezzi e persone più comode da raggirare senza provare dispiacere e risentimento. Ci sono, poi, bugie che si dicono per paura, pur essendo inclini all’onestà.

Quando si è in pericolo, il terrore entra nelle viscere. Si impossessa di ogni fibra, scorre freneticamente in testa afferrando la speranza di farcela. In quei momenti lì, non hai alternative. Ti inginocchi dinanzi alla menzogna, cadi ai suoi piedi con l’obiettivo di continuare a respirare come sempre. I bugiardi, quelli incalliti, sono furbi. Badano alle parole che usano. Sanno che la panzana che mettono in piedi è un rischio incalcolabile. Non potranno conoscere in anticipo gli esiti della fandonia raccontata con lo scopo di ottenere qualcosa, quindi dovranno gestire bene sicurezza e capacità nel prendere in giro gli altri.

In Piccolo bugiardo di Mitch Albom conosci la voce della Verità che segue le parole di un bambino, Nico. Salonicco, Grecia, 1943. Nico ha undici anni e non ha mai detto una bugia. Fannie, la sua compagna di classe, lo ama per questo, mentre Sebastian, suo fratello maggiore, non lo sopporta. Con l’invasione dei nazisti a Salonicco le cose cambiano, in tutto. Nico riceve da un ufficiale tedesco un’offerta difficile da rifiutare. Ha la possibilità di salvare la sua famiglia, a patto di convincere la sua gente, ebrea, a salire sui treni diretti verso “le nuove case”, insieme alla promessa di un lavoro e di una vita sicura. Il bambino, ogni giorno, va al binario della stazione per rassicurare i passeggeri che partire è l’unico modo per salvarsi. Nico, in buona fede, è colpevole di aver aiutato i nazisti a mandare le persone nei campi di concentramento di Auschwitz. All’inizio, non lo sa nemmeno. Non immagina che sia una bugia organizzata dai tedeschi. Poi, si rende conto dell’inganno. La sua famiglia è in uno di quei vagoni. Il rimorso e la disperazione lo devasteranno.

Il romanzo è importante. La storia travolge il lettore, lo lascia senza fiato. È un vortice di stati d’animo, di verità disarmanti, di inganni meschini. La scrittura è potente, ipnotica. 

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“Piccolo bugiardo” di Mitch Albom, edizioni Piemme.  Dream Book.

Lucia Accoto

Lucia Accoto. Critico letterario Rai Cultura per Mille e un libro Scrittori in Tv di Gigi Marzullo su Rai1. Giornalista pubblicista, recensore professionista. Lettura, scrittura e stile, fonti di vita e di ispirazione

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