Il nome dice chi sei. Ha una storia, quella a chi appartiene. Capita di dimenticare certi nomi. Quelli che hanno un vissuto importante, singolare, restano nella memoria senza conoscere tempi e confini. Succede anche che quando si ha fame di notorietà senza avere nulla, meno che meno il talento, allora si potrebbe montare una storia sulla propria vita per creare rumore, leggenda, curiosità, interesse.
La finzione e il reale si mischiano, perdono la loro sostanza e alterano lo stato dei fatti. Il nome proprio non rappresenta e non indica solo la persona, è molto di più di quello che si vorrebbe dire. Si nasconde l’odore selvaggio della paura. Essere considerati una nullità da chi ha saputo dare una svolta decisiva alla propria esistenza è un duro colpo da accettare. Da lì, forse, nasce la voglia di affermare il proprio nome diventando altro da ciò che si è. Qualcuno che tutti conosceranno da quel momento in poi, il resto scompare. Il prima viene oscurato dalla narrazione in divenire di un racconto costruito all’istante. E la paura di non riconoscersi, di essere fagocitati dal ruolo che ha richiamato l’attenzione di molti, stringe la morsa del ricordo. Essere memorabili, questo conta per chi intende il proprio nome come qualcosa di eccezionale.
In L’insaziabile di A.K. Blakemore è un romanzo allucinante. Tarare è un giovane sulla cui persona se ne dicono tante. Pare che abbia divorato ogni sorta di creatura, oggetti compresi. Nato nelle campagne francesi a fine Settecento, figlio bastardo di una giovane nubile, rimane orfano di padre il giorno stesso in cui nasce. La madre per mantenerlo si prostituisce. Tarare cresce nella miseria più assoluta fino a quando, ormai ragazzo, il contrabbandiere che vive con sua madre lo costringe a fuggire. Da questo momento ha una fame insaziabile, sconfinata, mostruosa. Un appetito che non lo abbandonerà mai. Solo al mondo, privo di qualsiasi scopo, costantemente attanagliato dalla fame, Tarare intraprende una lunga e disperata peregrinazione attraverso la Francia dove si unisce ad una combriccola di ladri nelle vesti di fenomeno da baraccone grazie alle sue grandi abbuffate. Il ragazzo ha una speranza ed una paura che lo guidano ogni giorno.
Il romanzo trae spunto da un personaggio realmente esistito. La narrazione è così realistica, vivida, tanto che il lettore rimane stregato dalla capacità stilistica della scrittrice perché le immagini allucinanti sono descritte talmente bene che potrebbero far venire più di un dubbio sulla fame del protagonista.
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“L’insaziabile” di A.K Blakemore, edizioni Fazi. Dream Book.