«Se fosse possibile scegliere il giorno in cui morire, forse Cristina Casati Stampa di Soncino avrebbe scelto quello che le è toccato in sorte: il 22 marzo 1953, anniversario dell’ultima delle Cinque Giornate di Milano» (Dalla prefazione di Elena Panzera).
Trama
Maria Cristina Casati Stampa di Soncino, nobildonna milanese, sfidò le convenzioni sociali e politiche del suo tempo. Una vita che è un vortice di arte e passione: danzatrice di tango, creatrice di moda, pittrice e scrittrice. Dalla fuga d’amore in Australia, con il primo marito, all’amicizia con Frida Kahlo e Diego Rivera, fino all’adesione al comunismo e alla partecipazione alla guerra civile spagnola. Un viaggio affascinante attraverso la vita di una donna che ha osato vivere secondo le proprie regole, unendo l’amore per l’arte e la danza con l’impegno politico.
La comunista che amava il tango, di Massimo Novelli: recensione
La vita straordinaria di Cristina Casati Stampa di Soncino, meglio conosciuta come la “Contessa Rossa”, torna alla luce grazie al lavoro di ricerca meticoloso e appassionato, di Massimo Novelli: autore, giornalista per “la Repubblica” e “il Fatto Quotidiano”, che restituisce dignità e rilievo a una donna che sfidò le convenzioni del suo tempo, scegliendo una vita di ideali di libertà e giustizia sociale.
Cristina, figlia del marchese Camillo Casati Stampa e di Luisa Casati, donna bellissima e capricciosa, celebre per la sua liaison con Gabriele D’Annunzio, crebbe lontana dai genitori, immersa in un ambiente del tutto estraneo al destino anticonformista che avrebbe scelto. Dopo un’infanzia segnata dall’assenza familiare e una giovinezza trascorsa tra gli studi a Oxford e l’ardente passione per il tango, Cristina scoprì la politica. Entrò nel Partito Comunista britannico e si trasformò in una militante appassionata, sorvegliata a lungo dall’M15 per le sue attività.
«Cristina, in onore di quella Cristina Trivulzio di Belgioioso, aristocratica milanese, patriota e scrittrice che fu protagonista dei moti del 1848 e più avanti si batté per l’Unità d’Italia» (Dalla prefazione di Elena Panzera)
La sua vita si intreccia con quella di Charlie Chaplin, Frida Kahlo e Diego Rivera, in una rete di relazioni straordinarie che la portarono dall’Australia agli Stati Uniti, fino al Brasile e alla Spagna, dove si unì alle brigate antifasciste durante la guerra civile. Cristina incarnò un ideale; lei, una nobildonna che non temeva di sporcarsi le mani per difendere i più deboli, ballando il tango e schivando le pallottole con la stessa grazia con cui affrontava le difficoltà della vita.
Novelli ricostruisce la vita di Cristina con maestria, partendo dai pochi frammenti rimasti della sua esistenza, scavando tra archivi, diari distrutti e memorie cancellate. Il risultato è un ritratto di donna ribelle, capace di trasformare la propria nobiltà in impegno a favore degli ultimi. Il libro è una biografia coinvolgente che racconta di un’epoca turbolenta, una donna fuori dal comune.
Come sottolinea Elena Panzera nella prefazione, Cristina Casati Stampa fu una donna capace di tracciare da sola il proprio cammino, sfidando le aspettative di una società che la voleva relegata a un ruolo decorativo. Il destino, però, le riservò una condanna all’oblio: gran parte delle tracce della sua vita vennero distrutte dal secondo marito, Wogan Philipps, che gettò foto, lettere e diari in un fiume. Eppure, con “La comunista che amava il tango”, Massimo Novelli riesce a squarciare quel silenzio tombale, riportandoci una figura di rara intensità e modernità.
Con una scrittura limpida e una meticolosa ricerca storica, Novelli ci aiuta a riscoprire Cristina Casati Stamapa, la Contessa Rossa che amava il tango e, con esso, la libertà.
«Una militante la cui storia non si esaurisce nel ruolo della figlia di un marchese e di una regina degli eccessi mondani, e che forse esattamente per questo – l’essere stata una donna di inizio Novecento capace di tracciare da sola la propria traiettoria esistenziale e politica – è stata rimessa al suo posto: l’oblio.» (Dalla prefazione di Elena Panzera)
Biografia dell’autore
Massimo Novelli (Torino, 1955) torinese, ha lavorato a «L’Ora», «Il mondo», «la Repubblica». Scrive per «il Fatto Quotidiano». Tra i suoi libri: La cambiale dei Mille (2011), Vita breve e rivoluzioni perdute di Napoleone-Luigi Bonaparte (2019), Il caso Lea Schiavi (2022).
“La comunista che amava il tango”, di Massimo Novelli, Ugo Mursia Editore Pagine 190, 18 euro. Recensione a cura di Morena Di Giulio per Lib(e)ri di leggere.
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