Il successo bisogna volerlo. Avrà una forza diversa. Essere docili nel farsi condurre da un sogno è il comportamento meno propizio da assumere. Briciole arrivano con la flemma della stanchezza, con la strisciante apatia. Quando si vuole qualcosa si impiega ogni istante per costruire le basi di ciò che potrebbe diventare una realtà. Anche il talento va formato, smussato, addomesticato.
In L’elisir dei sogni di Silvia Cinelli conosci la storia della famiglia Campari. Una famiglia di imprenditori dal fiuto eccezionale che inventa il rito dell’aperitivo in Italia. Milano, 1862. Gaspare Campari mesce fiori, spezie, bucce d’agrumi, nel suo laboratorio da liquorista. Vuole creare qualcosa che non esiste, il bitter perfetto. Nasce così il Bitter Campari, inconfondibile rosso e dal sapore dolceamaro che diventa una vera icona. Da quel momento l’ascesa è inarrestabile. Quando Gaspare muore, all’improvviso, lasciando cinque figli e l’intraprendente moglie, i piani di successione sono scombinati e disattesi. Dapprincipio sarà la vedova Letizia a traghettare l’azienda. Poi i figli, Davide e Guido, diversi per carattere ed ambizioni, si scontreranno sull’eredità paterna e solo uno di loro sarà lasciato solo con il suo trionfo.
Il romanzo è meraviglioso. La storia ha il sapore del successo e delle solitudini quando si spinge troppo sulle scelte audaci. La prosa è autentica, frizzante, intima, speziata da tutte quelle emozioni che vengono a galla attraverso la capacità di una scrittura sorprendente.
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“L’elisir dei sogni” di Silvia Cinelli, edizioni Rizzoli. Dream Book.