Le dicerie sono voci incontrollate. Si allungano con un niente. Basta il disprezzo di qualcuno per alimentare il fuoco del sospetto che si accende a tal punto da diventare, per molti, una verità. Avere la lingua tagliente e un comportamento libero da qualsiasi regola mettono a rischio, con facilità, la condotta di una donna. E sono le donne stesse ad accanirsi di più tra loro per far cadere ora un nome e poi un altro ancora.
Al momento opportuno, senza neanche aver visto e sentito, si fanno testimoni di dicerie lievitate dalla fantasia. Fa comodo inventare certe cose, un modo per screditare il più possibile chi vive nella sua sfera. L’ingiuria, quando non si hanno argomenti validi da esibire alla pari, prevale quasi fosse il verbo. La misura per stabilire e dividere i buoni dai cattivi. Qualcuno pagherà le conseguenze delle voci sussurrate e condite dall’astio. Le dicerie vengono messe in scena senza alcun rispetto. Sono la carnevalata dell’esistenza umana che ridicolizza, sino ad affondare nel grottesco, la vita riservata di coloro che non amano mischiarsi con tutti, tenendosi a distanza dal puzzo di carogna delle malelingue. Si possono raccontare, falsamente, cose che non si avvicinano neanche lontanamente a quelle che si subiscono per cattiveria.
In Le streghe di Manningtree di A. K. Blakemore senti addosso la vergogna della povertà e dell’abbandono sociale. Le donne lasciate sole devono cavarsela come possono sfidando, soprattutto, le pesanti dicerie sul loro conto. Donne che, molti vorrebbero mute e isolate, hanno la rabbia nelle viscere per un riscatto che viene dal desiderio di essere ciò che si vorrebbe. Inghilterra, 1643. A Manningtree le donne sono abbandonate a se stesse, gli uomini sono in guerra. Alcune di loro, che vivono ai margini della comunità e sono quelle più povere e disgraziate, vivono lo spettro della miseria. I giorni sono sempre uguali, fino a quando la febbre di un bambino innesca domande incalzanti e pericolose.
Il romanzo è vivido. La scrittura è irresistibile. La storia ha un suo fascino particolare, desta interesse e curiosità.
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“Le streghe di Manningtree” di A.K. Blakemore, edizioni Fazi. Dream Book.