Dream Book

“L’albero di mandarini” di Maria Rosaria Selo: recensione libro

Le cose belle stordiscono l’apparenza. La mettono in mostra, la presentano bene, chiudono lo sguardo ai dettagli dove si annidano le parti chiare dei particolari. All’inizio, si tralasciano le minuzie che dicono ben altro su un sentimento, un’amicizia, un amore. Quando queste si manifestano per quello che sono è tardi per pentirsi della superficialità avuta nei giudizi.

La bellezza è come la speranza, luminosa. E se le si accosta il coraggio si accende anche di forza. Quando non hai niente, se non la dignità, la voglia di uscire fuori dal pantano dell’insoddisfazione ti spinge a combattere con ardore per cambiare ciò che è storto e malsano. Avere un obiettivo nella vita serve sempre. Migliorarsi è fondamentale. La strada che si prende non sarà facile e dire addio, poi, agli affetti, al cuore negli occhi di chi ti vuole bene, è uno strazio che porterà malinconia e dolori. Eppure, si deve affrontare un tale distacco, l’incertezza dell’incognita, la paura del nuovo, i rimorsi dei dubbi. Tutto passa, alla fine. Il carattere, temprato dalle difficoltà, saprà riconoscere a occhio nudo quelle sfumature che adombrano o evidenziano la bellezza del temperamento delle persone. Se c’è. Gli animi acidi, cattivi, prepotenti, arroganti, non hanno sbavature. Sono pessimi nella loro interezza e si presentano con mille e una maschera. Stemperano sorrisi a chi deve cadere nella loro trappola.  Succhiano il sangue della gente che, per valori, onestà e rettitudine morale, non ha nulla a che fare con lo sterco di cui i fetenti sono pieni sino all’osso. Non bastano tutti i gioielli che indossano per farli risplendere, non saranno mai luce e faranno il vuoto attorno anche quando cercheranno di tenere legati finanche la famiglia. La bellezza, anche nelle situazioni, può essere il riflesso di una luce artificiale. Può cambiare cose e giudizio. Non è vera.

In L’albero di mandarini di Maria Rosaria Selo finisci nella lotta di Maria Imparato. Cresciuta nella miseria, in una Napoli degli anni ‘40, ha avuto la testardaggine di cambiare il corso della sua vita. Si è rimboccata le maniche, senza arte non vai da nessuna parte. E lei questo lo ha capito bene, anche se le sarebbe piaciuto tanto studiare. Diventata sarta ha conosciuto la piega che può cambiare il risvolto delle cose, ma da piega può anche diventare piaga che lacera il cuore. E Maria Imparato l’ha vissuto sulla sua pelle, lasciando Napoli per il Brasile. Tutto per una bellezza, camuffata da una luce artificiale. Sarà tosta, Maria. Sotto le scudisciate delle umiliazioni, della fame, dei sacrifici, resterà un’anima bella. Lei, sì.

Il romanzo è bellissimo. La storia è avvincente. La storia ha carattere, fascino e forza strutturale. La scrittura è magnifica, rapisce il lettore che non vuol lasciare le pagine per non sentirsi lontano dagli accadimenti e privato da un raro splendere narrativo.   

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“L’albero di mandarini” di Maria Rosaria Selo, edizioni Rizzoli.  Dream Book.

Lucia Accoto

Lucia Accoto. Critico letterario Rai Cultura per Mille e un libro Scrittori in Tv di Gigi Marzullo su Rai1. Giornalista pubblicista, recensore professionista. Lettura, scrittura e stile, fonti di vita e di ispirazione

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