Capita di essere considerati meno di niente. Se succede ad una donna è anche peggio. Ci sono uomini che ti fanno pesare il solo fatto di esserlo. Già dalla nascita sei marchiata come una sciagura. Non essere accettate in quanto donne è un degrado culturale, un fallimento. Il padre-padrone genera sempre un disfacimento di equilibri affettivi.
nella dignità. Sopporti, ma non molli. Ti fai vento e cambi direzione. Al momento giusto, diventi tempesta. Quando decidi di dire basta, e l’occasione è propizia, scegli per te stessa in assoluta libertà. Ti costruisci da sola una nuova esistenza. Sei padrona di te stessa e dai fiato a ciò che desideri veramente. Sai che nulla è semplice nella vita. Ma hai corazza. Sei anche la tua migliore alleata. Non è poco.
In La ballata delle anime inutili di Tommaso Avati entri in una masseria, nel Gargano. Sofia ha tredici anni nel 1938 e vive insieme alla sua grande famiglia fatta di fratelli, cognate, nonni e nipoti. La casa ha tante stanze da letto quanto le dita di una mano. Tutte ruotano attorno a quella centrale, quella del Santo. Lì si entra solo per fare figli. Sofia, sa che non la userà mai. Suo padre, scontento perché è femmina, le ha detto che un marito vuole una donna utile, e lei non lo è. La ragazza è nata con una luna bugiarda. Non sa fare niente, è lenta, non capisce i numeri. Si sente sola, diversa, un errore. Suo padre controlla e decide tutto per tutti. Poi, le cose cambiano. Le donne di casa sono le uniche a restare, a resistere. Hanno forza e coraggio.
Il romanzo è stupendo. La storia è affascinante. È ispirata ad un fatto realmente accaduto in Puglia in epoca fascista. La scrittura è piena, disarmante, magnifica. È bellezza.
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“La ballata delle anime inutili” di Tommaso Avati, edizioni Neri Pozza. Dream Book.