La verità, quando la si rende melmosa, non perde fibra. Infangarla per mettersi al sicuro a danno di altri, gli innocenti, è un’azione da mentecatti. Soggetti del genere, spregevoli e vigliacchi, hanno l’anima talmente putrida che non sentono il tanfo della vergogna, dell’errore, della disonestà.
In Il prigioniero del cielo di Carlos Ruiz Zafόn finisci nei vicoli oscuri di una Barcellona che avvolge con il suo mistero una verità che deve rimanere oscura per coloro che hanno vissuto all’ombra di essa. C’è anche chi, per onore di quella stessa verità, è finito dritto all’inferno nelle viscere di una prigione posta su un monte in cui solo i più ardimentosi sono riusciti a fuggire. In una mattina di dicembre, è il 1957, nella libreria Sempere entra un uomo dall’aspetto rapace lasciando un messaggio inquietante su un libro che acquista lì, un regalo per un amico comune. Una dedica per portare in vita un passato che fa tremare ancora molti nomi.
Bellissimo il romanzo. La narrazione ha un ritmo implacabile e fantastico. La storia è costruita con grande solidità facendo diventare il libro un vero capolavoro contemporaneo. Il racconto è irresistibile, la scrittura invece è appassionata. Il prigioniero del cielo è di una bellezza disarmante e devastante.
“Il prigioniero del cielo” di Carlos Ruiz Zafόn, edizioni Mondadori. Dream Book.