Perché leggere i libri che non ci piacciono migliora la nostra qualità di lettura

Quando i libri che odi ti fanno amare la lettura. Di fronte a un libro noioso, mal scritto o con una trama scadente, la reazione più comune è quella di abbandonarlo o, nel peggiore dei casi, di portarlo a termine con frustrazione. Eppure, secondo un articolo pubblicato su Bustle intitolato The Books I Hated Made Me Love Reading More Than Ever, l’autrice sostiene che proprio i libri che ha detestato l’hanno aiutata ad amare ancora di più la lettura.
Al principio, infatti, arrivare alla fine di un libro che non le stava piacendo era diventata una sorta di missione che spesso la portava ad avere il classico blocco del lettore, spingendola a cercare distrazioni più appaganti, come ad esempio guardare serie televisive su Netflix. Tuttavia col tempo ha capito che anche queste esperienze negative hanno un ruolo fondamentale nel definire la sua identità di lettrice: affrontare libri poco stimolanti, infatti, ha affinato il suo senso critico e l’ha aiutata a comprendere meglio quali storie le piacciono davvero e quali preferisce evitare.
Libri che non ci piacciono
Un consiglio diffuso tra gli amanti della lettura è quello di smettere di leggere libri che non si stanno apprezzando, per concentrarsi solo su quelli che suscitano autentico interesse. L’autrice dell’articolo, pur riconoscendo la giustezza di questo pensiero, sottolinea come i libri “brutti” siano stati preziosi per il suo percorso di lettura: grazie a loro ha sviluppato una capacità critica migliore e l’abilità di effettuare una selezione più consapevole dei titoli da leggere, tanto da non sentire più il bisogno di portare a termine ogni libro iniziato per paura di perdere un’opera straordinaria.
Ora, quando si imbatte in un libro deludente, sa che non si tratta di una perdita di tempo, ma di un’occasione di scoperta personale. E, in fondo, Netflix può aspettare: ci sono sempre nuovi libri da esplorare.
Fonti: Bustle.com