Dream Book

“Le donne dell’Acquasanta” di Francesca Maccani: recensione libro

Il coraggio alimenta forza e porta rogne. Senza l’audacia le cose resterebbero stantie, vecchie, ed i cambiamenti necessitano dell’intraprendenza per germogliare su terreni fertili. Fuoco, rabbia, sangue negli occhi, accendono quell’energia e risolutezza che servono per ribellarsi alle storture e alle forzature di qualcuno che cerca di rovinare l’esistenza di qualcun altro per piccio o capriccio.

Il coraggio non è da tutti, chi ce l’ha ne ha anche per molti. Le seccature che gli altri scansano per pigrizia o menefreghismo diventano, invece, bagaglio degli audaci che si fanno carico soprattutto delle pene altrui. La voce di uno può diventare il coro di tutti, eppure per arrivare all’ensemble quella mosca bianca deve fare giri interminabili e dare fastidio prima di volare altrove. Se sei femmina, poi, e hai la lingua lunga e la testa calda, stai certo che ci rimetterai sempre qualcosa. Eppure, non si può stare mute e con la testa abbassata dinanzi ai soprusi. La rassegnazione è peggio della fame, ti annichilisce. Che cosa si ha da perdere quando anche la dignità, se pur integra, viene continuamente umiliata. Farsi rispettare e pretenderlo anche per chi ha paura di farsi sentire dovrebbe essere una cosa normale. Il coraggio di difendersi, di chiedere diritti, di non farsi prendere per i fondelli, serve per cambiare rotta e per svergognare chi si sente e fa il padrone di tutto e di tutti. E le rogne che sono la conseguenza dell’audacia saranno ferite e firme da ricordare.

In Le donne dell’Acquasanta di Francesca Maccani senti l’arroganza di un signorotto su molte donne che lavorano nella Manifattura Tabacchi dell’Acquasanta. Siamo in Sicilia, a Palermo nel il 1897. Le tabacchine, tra giovani, giovanissime ed anziane, subiscono angherie e soprusi da parte di un capo vigilante. Il lavoro delle sigaraie è faticoso, duro e lungo. Gli ambienti non sono salubri e le madri sono costrette a portarsi i neonati a lavoro pur di non lasciarli da soli a casa. Se li legano al petto ed a testa china arrotolano sigari per i ricchi. La situazione è delicata, precaria. Scoppia un’epidemia e i bambini sono i primi a stare male ed a morire. Due amiche, Rosa e Franca, cambieranno le cose. Una delle due ha il coraggio in corpo e l’audacia di guardare negli occhi chi ha la prepotenza di farle sentire degli animali, per questo lotterà pagando a sue spese le terribili conseguenze delle idee rivoluzionare e coraggiose.

Il romanzo è bellissimo. La narrazione è appassionata ed appassionante, affascina il lettore sin dalle primissime battute. La scrittura è potente, formidabile, incanta in ogni sua singola parola. Vincente anche l’idea di inserire il dialettismo che rende la storia ancora più autentica. I personaggi li senti come se ti stessero accanto e respiri quella sicilianità fatta di mistero e di storie pazzesche.       

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“Le donne dell’Acquasanta” di Francesca Maccani, edizioni Rizzoli. Dream Book.

Lucia Accoto

Lucia Accoto. Critico letterario Rai Cultura per Mille e un libro Scrittori in Tv di Gigi Marzullo su Rai1. Giornalista pubblicista, recensore professionista. Lettura, scrittura e stile, fonti di vita e di ispirazione

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