Etimologioia

Perché si dice sul letto di Procuste?

Buongiorno e bentornati, dopo tanto tempo, alla versione estiva della nostra rubrica #etimologioia.
Ringraziamo Roberta per la fichissima card in versione estiva e andiamo avanti parlando di un mito poco conosciuto, ossia quello di Procuste.

Perché si dice sul letto di Procuste?

Nonostante il mito di Procuste non sia molto conosciuto, occorre dire che è senza dubbio uno dei più lugubri e terribili. La mitologia greca narra che questo personaggio era un locandiere che gestiva una taverna fra le colline di Attica. Lì, offriva alloggio ai viandanti. Tuttavia, dietro quella barba e quel tetto amichevole che promettevano riposo e comodità, si nascondeva un macabro segreto.

Procuste possedeva due letti (uno corto e uno lungo) dove invitava tutti i viaggiatori a coricarsi a seconda della loro altezza.
Durante la notte, quando i malcapitati dormivano, ne approfittava per imbavagliarli e legarli.
Se la vittima era alta piedi, mani e testa le sporgevano dal letto, cosi procedeva a tagliarli. Se la persona era bassa, la stirava, rompendole le ossa per far quadrare le misure.

Questo personaggio oscuro perpetrò le sue azioni macabre per anni, finché non giunse un uomo molto speciale: Teseo. Come sappiamo già, questo eroe aveva acquisito fama per aver affrontato il Minotauro dell’isola di Creta e per esser diventato in seguito il re di Atene. Si narra che, quando Teseo scoprì ciò che quel sadico faceva di notte, decise di sottoporre Procuste allo stesso supplizio che imponeva a tutte le sue vittime.

Quindi, se vi capita di trovarvi in una situazione difficile, dolorosa o intollerabile, potreste dire di essere in un “letto di Procuste”, anche se non auguro a nessuno questo genere di “riposo”.

Buona settimana a tutti e a presto.

Etimologioia, una rubrica a cura di Donatella Maina Gioia su The BookAdvisor.

Redazione

Redazione della pagina web www.thebookadvisor.it

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