Un libro tra le mani

“La valle dei fiori” di Niviaq Korneliussen, recensione: Un libro tra le mani

LA VALLE DEI FIORI, di Niviaq Korneliussen.

Primo libro, per me, ambientato in Groenlandia e scritto da un’autrice groenlandese.
È stata una vera e propria esperienza, un viaggio dentro un popolo, un territorio, e un sentire a me sconosciuto, ha aperto una finestra su un mondo lontanissimo, e non solo geograficamente.
Non è solo ghiaccio e mare, non è solo quell’idea di freddo che la mia mente non riesce neanche a concepire, ma è carne e sangue, lingua, parole e corpi, pensieri, amore e disperazione, vita e morte.

La Groenlandia è il paese con il più alto tasso di suicidi al mondo, circa due alla settimana.

La valle dei fiori Niviaq Korneliussen E quello che spaventa di più è scoprire che la maggior parte sono ragazzi/e giovanissimi/e, dai 14 ai 25 anni.
Tutti i giovani subiscono il trauma della perdita di qualcuno, che sia un amico, un fratello, un cugino o un semplice conoscente… i social sono pieni di notizie di questo tipo, tanto da temere di entrarvi.

Ma perché?

Perché la vita costa loro così tanta fatica da scegliere di togliersela prima ancora di “aver vissuto” abbastanza da non poterne più?
Troppo buio… si dice, ma poi il maggior numero di suicidi si verifica nella stagione della luce, quando il sole a mezzanotte continua ad illuminare tutta la loro inadeguatezza, rendendo ogni giornata sempre piu difficile.
Quindi si ribalta il concetto secondo cui il buio prolungato porti alla depressione…
La luce costante fa altrettanti danni, alterando il normale ciclo di sonno e veglia, e aumentando la probabilità di deliri dovuti ad un deficit di sonno.
O ancora, forse, le aspettative che si ripongono con l’arrivo della luce, nel momento in cui vengono disattese, producono una delusione tale da diventare insostenibile, in fondo il buio nasconde tutto, anche il dolore e i brutti pensieri.

“La valle dei fiori” è sostanzialmente un libro su questo. Sui suicidi in Groenlandia. Sui troppi fiori di plastica posati su lapidi anonime.

La voce che ci parla è quella di una ragazza che vive in bilico su quella linea di confine che separa la vita dalla morte: è insoddisfatta di se stessa, infelice nella sua casa con la sua famiglia, ma infelice anche in Danimarca dove va a studiare, si percepisce inadeguata nel corpo e nello spirito, indegna di essere amata dalla sua ragazza… e in virtù di questa “autosqualifica“, è bravissima a sabotare ogni possibilità di realizzarsi ed essere felice.
Si impone con forza una sensazione di smarrimento e autodistruzione della nostra protagonista senza nome, ma anche di tutti gli altri ragazzi…

La voce che ascoltiamo però non ha un tono sommesso, dolente, neanche lontanamente triste, anzi è una voce lucidissima, tagliente, caustica, senza vergogna.
Una protagonista che non ti ruba il cuore, per la quale non riesci a provare un vero slancio affettivo, eppure ti rimane dentro.
Ne viene fuori una narrazione fredda, oserei dire glaciale, che fa di una storia potenzialmente triste e angosciosa, un racconto “anestetizzato” e spietatamente realistico.
Io l’ho trovato feroce nella sua freddezza, ma a suo modo sorprendentemente poetico.

Questo romanzo è anche, e soprattutto, un libro di denuncia contro il sistema che non fa abbastanza per prevenire tutte queste morti autoinflitte, ci vorrebbe più assistenza psicologica, più sostegno, più aiuto per le famiglie che, troppo spesso, non si accorgono di nulla.

Ogni capitolo comincia con la notizia di un suicidio che, magari, poteva essere evitato.
La numerazione dei capitoli è decrescente, da 45 a 1, come una sorta di triste countdown…

Un libro che smuove e segna.

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“La valle dei fiori” di Niviaq Korneliussen, Iperborea editore . Un libro tra le mani.

Antonella Russi

Nata a Taranto, classe '76. Lettrice per passione, da sempre.

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