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“Follia” di Patrick McGrath: recensione libro

Difficile parlare di Follia di McGrath senza rovinarne la lettura. Proviamoci…

Iniziamo col dire che il libro, per merito di autore e traduttore, è scritto in modo impeccabile, cosa tutt’altro che scontata di questi tempi. I personaggi sono tratteggiati con mina leggera, ma si ha subito l’impressione che rimarranno indelebili, e un raffinato lavoro di cesello psicologico, a tratti psichiatrico, dona loro ulteriore rilievo. I fondali, pur ricchi di scorci aperti, sembrano voler accentuare una sensazione claustrofobica che l’autore dichiara necessaria alla comprensione dei fatti e richiamano nella mente del lettore cupe atmosfere vittoriane pur se l’epoca è in realtà l’Inghilterra degli anni Sessanta. Originale e accattivante, la scelta di un narratore in prima persona, retroattivamente onnisciente.

E la trama…

La trama dipana la relazione tra Edgar, scultore uxoricida ossessionato dalla gelosia, e Stella, affascinante consorte di uno psichiatra collega del narratore.

Il libro ci proporrà due balli, tanto solenni quanto anomali, che segneranno l’arco temporale della storia e faranno da contrappunto alla sua evoluzione. Anomalia che si concretizzerà nell’aggiungere alla solita collaudata coppia Eros e Thanatos, al secolo Amore e Morte, un terzo incomodo: la Follia del titolo. Follia che finirà per pestare i piedi a tutti i ballerini fino a conseguenze imponderabili per gli stessi e per il lettore. E se desiderate sapere chi alla fine delle danze potrà uscire in terrazza e mettersi una sigaretta tra le labbra, dopo averle usate per disegnare un sorriso di beffardo trionfo, solo voi potrete stabilirlo e spezzare un triangolo maledetto, ma geometricamente perfetto, con i tre lati identici e misurabili solo sotto il profilo patologico.

Ho visto qualcuno scuotere la testa pensando all’amore come patologia… leggete questo libro e poi ne riparliamo!

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Patrick McGrath è nato a Londra nel 1950 ed è cresciuto nei pressi del manicomio criminale di Broadmoor, di cui per molti anni suo padre è stato primario. Inevitabile quindi che la componente psicologica divenga uno dei cardini della sua futura produzione di romanziere. Le atmosfere dei suoi libri sono gotiche e crepuscolari: i più conosciuti sono Spider, dal quale è stato tratto un lungometraggio diretto da David Cronenberg, Il morbo di Haggard, ambientato nella Londra del 1940 e, appunto, Follia, da cui è stata tratta un’ennesima trasposizione cinematografica, Asylum, con protagonisti Natasha Richardson e Marton Csokas.

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“Follia” di Patrick McGrath, edizioni Adeplhi. I libri di Riccardo

Riccardo Gavioso

Nasce a Torino nel 1959, dove si laurea in Giurisprudenza. Ma ormai incerto su chi fossero i buoni e i cattivi, e pur ritenendo il baratto una forma di scambio decisamente più evoluta del commercio, da allora è costretto a occuparsi di quest’ultimo. Inevitabile, quindi, che l’alienazione professionale lo spinga tra le braccia di una penna e che la relazione, pur tra alti e bassi, si protragga per diversi anni. Poi, deluso in egual misura da quel che si pubblica e da quel che non si pubblica, smette di scrivere narrativa e si occupa di giornalismo collaborando con diverse testate di rilievo e creando un blog che arriva a incuriosire diecimila lettori al giorno. Torna alla narrativa con Arpeggio Libero con cui pubblica attualmente. Ha ottenuto diversi riconoscimenti per i suoi racconti. Nel 1997 è stato finalista al Premio Internazionale di Narrativa “ Il Prione ”.

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