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Moving Books – Royal Affair

Come alcuni di voi già sanno, ho un debole appena accennato per il Settecento… E questo secolo, che Fellini definiva «esaurito, esausto e svenato da tutte le parti», è tornato prepotentemente al cinema negli ultimi anni. Naturalmente c’è Settecento e Settecento: c’è quello che è solo evasione fra parrucche e ciprie, c’è quello che invece vuole davvero dirci qualcosa. È questo il caso di Royal Affair (2012), diretto dal danese Nikolaj Arcel e prodotto da Lars Von Trier.

La Danimarca che ci racconta non è particolarmente nota, almeno da noi. Regnava allora Cristiano VII (1749-1808), a cui Voltaire si rivolse con l’epiteto “Luce del Nord”. Molto intelligente, estremamente sensibile, Cristiano era salito al trono a 17 anni e sembrava avere ottime credenziali per governare. Ma un’educazione che mirava a minarne la salute e le energie, con l’obiettivo di beneficiare del vuoto di potere, debilitò irrimediabilmente la sua mente. Al suo fianco, una giovanissima regina di origine inglese Caroline Mathilde (1751-1775) e un medico tedesco, Johann Friedrich Struensee (1737-1772). Queste due personalità erano destinate a entrare in collisione come la folgore e la calamita, con il corpo e con lo spirito. Lei, molto più forte di quanto non desse a vedere, era infelice e frustrata dal matrimonio con un ragazzo instabile che frequentava prostitute. Lui era, come lei, un colto straniero a corte guardato con sospetto, che portava con sé il vento di idee nuove. Le riforme promosse dalla regina e dal medico (ben 632 decreti!) fecero di loro la vera coppia reggente del governo danese. Ma fu solo un breve, vivido fuoco prima della caduta.

Nikolaj Arcel, Royal Affair, 2012
Credits: En Kongelig Affaere © Zentropa Entertainments e altri 2012

Una storia che lo scrittore svedese Per Olov Enquist aveva già raccontato nel 1999 con Il medico di corte. Questo libro è stato per me il classico esempio di “chiamata”. Ero dentro una Feltrinelli bolognese quando mi folgorò la copertina, in cui Cristiano VII di Danimarca ci fissa benevolo. Lo comprai sulla fiducia. Impiegai un po’ di tempo per leggerlo, perché non era quanto mi aspettavo. Ma una volta ripreso in mano, non lo lasciai più. Quando uscì il film, non potei fare a meno di paragonare le due modalità narrative di questa storia che ha ancora molto da insegnarci: la malvagità del potere, il confine sempre più labile fra Lumi e buio, la purezza assoluta, la follia, l’amore. Se il libro la racconta con tono dolente ma distaccato, quasi scientifico, il film è altrettanto stratificato e più empatico, più “marieantoinettiano” nel tratteggiare la figura della regina che diventa anche voce narrante. Ve li consiglio caldamente entrambi.

Nikolaj Arcel, Royal Affair, 2012
Credits: En Kongelig Affaere © Zentropa Entertainments e altri 2012

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Chiara Tartagni

Copywriter, studiosa di storia dell’arte, insegnante, nerd, ma soprattutto una persona molto curiosa. Ama tutto ciò che riguarda le immagini, in movimento e non. Ha scritto un libro per Jimenez Edizioni, "Le relazioni preziose": un piccolo viaggio sentimentale fra il Settecento e il cinema contemporaneo.

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