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“Kentuki” di Samanta Schweblin: recensione libro

“Che effetto poteva fare essere anonimi nella vita di qualcun altro?” – Kentuki-

Citazioni che più ho apprezzato del libro:

-“<Essere Kentuki> pensò Alina, è una condizione molto più intensa, se l’anonimato in rete rappresentava la massima libertà di ogni utente.”

-“Quello che Inés voleva sapere, e lo chiese più volte battendo sul tavolo col dito indice, era che tipo di provvedimenti avrebbe preso il governo per regolamentare una cosa del genere. Non si poteva contare sul buon senso della gente, e avere un Kentuki in giro per le stanze era come dare le chiavi di casa a uno sconosciuto.”

-“Emilia posò il coniglio sul tavolo. Si chiese chi mai avesse voluto liberarsi di una simile dolcezza. Era morbido e carino. Vide che aveva le palpebre abbassate e si chiese da quanto tempo non vedeva qualcuno con gli occhi chiusi. Anni, forse?”

Trama di “Kentuki”

Buenos Aires, interno giorno. Ma anche Zagabria, Pechino, Tel Aviv, Oaxaca: il fenomeno si diffonde in fretta, in ogni angolo del pianeta, giorno e notte. Si chiamano Kentuki: tutti ne parlano, tutti desiderano avere o essere un Kentuki. Topo, corvo, drago, coniglio: all’apparenza innocui e adorabili peluche che vagano per il salotto di casa, in realtà robottini con telecamere al posto degli occhi e rotelle ai piedi collegati casualmente a un utente anonimo che potrebbe essere dovunque. Di innocuo, in effetti, hanno ben poco: scrutano, sbirciano, si muovono dentro la vita di un’altra persona. Così, una pensionata di Lima può seguire le giornate di un’adolescente tedesca, e gioire o preoccuparsi per lei; un ragazzino di Antigua può lanciarsi in un’avventura per le lande norvegesi, e vedere per la prima volta la neve; o ancora un padre fresco di divorzio può colmare il vuoto lasciato dall’ex moglie. Le possibilità sono infinite, e non sempre limpide: oltre a curiosità e tenerezza, il nuovo dispositivo scatena infatti forme inedite di voyeurismo e ossessione.

“Kentuki” di Samanta Schweblin: recensione libro

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KENTUKI è il titolo del libro di Samanta Schweblin, pubblicato nel 2019. È un libro estremamente moderno, dalla trama futuristica e quasi inquietante che vi farà venire voglia di tappare tutte le webcam presenti nel vostro appartamento. Ecco la mia recensione a riguardo:
Essere o possedere un Kentuki? È la domanda che mi è ronzata in testa durante l’intera lettura. Inizialmente ero più incline all’opzione di «essere», probabilmente perché il mio carattere riservato e a tratti solitario mi avrebbe portata ad odiare la condizione per la quale dovessi convivere con un perfetto sconosciuto. Eppure è la stessa cosa che accade quando si decide di prendere un animale domestico, il quale diventa parte integrante della nostra vita, della nostra casa e del nostro quotidiano. Però, riflettendoci, ciò che mi fa accettare la convivenza con un animale è proprio il fatto che lui non possa giudicare le mie azioni, dare pareri o anche ricordare, per suoi scopi personali, ciò che faccio e ciò che dico. D’altro canto, ragionando sempre su me stessa, neanche essere un Kentuki sarebbe la mia opzione definitiva. Perché insediarsi e rifugiarsi nella vita di qualcun altro invece di arricchire la propria? Perché perdere ore con un tablet quando si potrebbero fare tante altre cose per se stessi? La solitudine, un concetto che ho riscontrato molteplici volte all’interno di questa lettura, non si combatte attraverso una webcam e dietro le sembianze di un peluche: bisogna essere protagonisti della propria vita, toccare la neve con le proprie mani se si ha il desiderio di farlo, creare legami utilizzando il proprio modo di essere e il proprio carattere, prendere le decisioni fidandosi di se stessi.
E voi, avete mai letto Kentuki?

Biografia dell’autore

Samanta Schweblin

Samanta Schweblin (Buenos Aires, 1978) è una scrittrice argentina di fama internazionale. Nel 2010 è stata selezionata dalla rivista Granta fra i 22 migliori scrittori in lingua spagnola sotto i 35 anni, riconoscimento in seguito confermato da numerosi premi letterari: tre volte finalista al Man Booker International Prize, i suoi racconti sono stati premiati in Messico, Spagna e Stati Uniti; si è aggiudicata inoltre il Premio Shirley Jackson per Distanza di sicurezza e il Premio IILA Letteratura per Kentuki, nonché di recente il Premio Iberoamericano de Letras José Donoso alla carriera e il National Book Award 2022 per la letteratura in traduzione per la raccolta di racconti Sette case vuote.

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“Kentuki” di Samanta Schweblin, edizioni sur. La Biblioteca di Laris.

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Mi chiamo Lara, ho 22 anni. Amo leggere e scrivere. Scrivo recensioni per il puro piacere di farlo e per condividere con chi mi legge le emozioni che i libri sanno trasmettere. Qui di seguito trovate il link della mia pagina Instagram dedicata per l'appunto a questa mia passione: https://instagram.com/la.biblioteca.di.laris?utm_source=qr&igshid=MzNlNGNkZWQ4Mg%3D%3D

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