Libri in pillole

“Cosmetica del nemico” di Amélie Nothomb: recensione libro

Immaginate di essere in aeroporto in attesa del vostro volo. Immaginate che mentre siete intenti a leggere un libro si sieda accanto a voi uno sconosciuto con una tremenda voglia di parlare. Non lo conoscete, no, eppure la sua insistenza e loquacità riescono a fare breccia nel vostro muro di stupore misto a fastidio, obbligandovi a intavolare un dialogo con lui.

Dagli altoparlanti arriva la comunicazione che il volo tarderà la partenza. Siete doppiamente irritati, l’uomo è ancora lì che vi parla: vorreste che se ne vada e vi lasci in pace, ma vi rendete conto che allontanarlo è impossibile. Siete obbligati a capitolare e ad ascoltarlo: perché non esiste alternativa.

«”Le insegnerò un grande principio, Jérôme Angust. C’è un solo sistema legale di farmi tacere: è parlare. Non se lo dimentichi. Questo potrebbe salvarla”.
“Ma salvarmi da cosa?”.
“Lo vedrà”».

Si presenta così Cosmetica del nemico di Amélie Nothomb, un altro libro straordinario della scrittrice belga che continua a dar mostra del suo talento letterario proponendo una storia ansiogena, incalzante, dal ritmo serrato. Un romanzo costruito su uno scambio serrato tra Jérôme e Textor, due perfetti sconosciuti, che tuttavia hanno una vita da raccontarsi. Perché molto spesso basta un interlocutore per uscire dalla opaca e incompleta rappresentazione di sé stessi e far affiorare desideri intimi, istinti e ricordi relegati negli anfratti più bui della mente perché scomodi da considerare.

“Credo nel nemico perché tutti i giorni e tutte le notti lo incontro sul mio cammino. Il nemico è quello che dall’interno distrugge tutto ciò che vale. È quello che ti mostra il disfacimento insito in ogni realtà. È quello che ti rivela la tua bassezza e quella dei tuoi amici. È quello che, in un giorno perfetto, troverà un’ottima ragione per torturarti. È quello che ti ispirerà il disgusto di te stesso. È quello che, quando scorgi il viso celeste di una sconosciuta, ti rivelerà la morte contenuta in tanta bellezza”.

E ci ritroviamo, dunque, davanti a un fitto dialogo che finisce per indagare sull’uomo, sui suoi comportamenti, sulle false apparenze, sulla percezione e negazione della realtà, sintetizzata in modo assolutamente parziale dall’essere umano, sempre troppo concentrato a costruire attorno a sé un castello di spiegazioni che corroborino le sue azioni, evitando di giungere a rivelazioni scomode e dolorose.

“Per fortuna la maggior parte delle persone ha trovato il rimedio: non pensa. Perché pensare? Lasciano pensare quelli che lo fanno per mestiere: i filosofi, i poeti. È molto pratico, tanto più che non occorre tenere conto delle loro conclusioni. Per cui, uno splendido filosofo di tre secoli fa può ben dire che l’Io è detestabile, o un poeta sommo di cent’anni dichiarare che l’Io è l’altro: è divertente, serve a fare conversazione nei salotti, senza che intacchi neppure lontanamente la nostra confortante certezza: io sono io, tu sei tu e ognuno fa per sé”.

Cosmetica del nemico è un libro breve, da leggere tutto d’un fiato, che incolla alle pagine grazie alla raffinata abilità della Nothomb che dimostra di saper dominare egregiamente la scrittura anche a livello strategico, creando un climax di tensione che si risolve solamente in un sorprendente, seppur inevitabile, finale.

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“Cosmetica del nemico” di Amélie Nothomb, edizioni Voland. Libri in Pillole.

Alessandro Oricchio

Dottorando in studi politici Sapienza Università di Roma, speaker di Teleradiostereo, giornalista pubblicista iscritto all'Odg del Lazio. Amante dei libri, dei viaggi, del calcio, della lingua spagnola, del mare e della cacio e pepe.

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