Libri in pillole

“Il lago” di Bianca Bellova: recensione libro

La ricerca dell’identità, delle proprie origini, la continua lotta per la sopravvivenza e per l’affermazione di sé in un contesto ostile e sempre pieno ostacoli. Ma anche l’inettitudine dell’essere umano che tende ad autodistruggersi e a distruggere tutto ciò che ha intorno. Sono questi i temi sviluppati ne Il Lago di Bianca Bellova, un romanzo morbido solo nella scena iniziale, quando il piccolo Nami si immerge nelle acque del lago di Boros. Ma a soli tre anni è già chiamato al primo sforzo: dimenarsi violentemente per uscire indenne dall’acqua. Ci sono i suoi nonni a sorvegliarlo, e i tre triangoli rossi di un bikini, quello di sua madre, che poi svanisce nel nulla.

Il lago e il riferimento al disastro dell’Aral

il lago bianca bellovaQuel bagno nel lago è una sorta di rito di iniziazione per Nami, il protagonista del libro, perché quello non è un lago qualsiasi: è il lago che caratterizza la vita di Boros, un paesino abitato da uomini scorbutici e ottusi, fedeli alla credenza popolare dello Spirito del Lago che li sorveglia. Ed è uno Spirito arrabbiato per il disastro ambientale che si sta consumando, con la desertificazione che avanza e quelle poche acque rimaste che sono tossiche e deformano i nuovi nati di Boros. È un riferimento all’Aral, il lago situato in Uzbekistan, che è stato uno dei quattro laghi più grandi del mondo, ma che a causa dell’intervento dei russi è attualmente quasi prosciugato e contaminato dall’uso dei diserbanti che avrebbero dovuto favorire la crescita delle piantagioni di cotone.

Nami, quindi, cresce insieme ai nonni, ma quando la mancanza della madre inizia a diventare una sofferenza concreta decide di mettersi in marcia per ricostruire le sue origini, per capire qual è la sua identità, per capire se anche lui e la sua famiglia fanno parte di quel mondo avvelenato come lo è Boros. Un paesino dove gli abitanti “giocano” con lo Spirito del Lago, acque in cui secondo loro devono finire tutti gli uomini impuri, i colpevoli, quelli che si macchiano di delitti ma che vengono giudicati da tribunali improvvisati che emettono sentenze sommarie. Una ricerca che non sarà in discesa, bensì irta di ostacoli che obbligheranno Nami a crescere in fretta.

Un ragazzo indurito dalla vita

Il risultato di questo processo è un Nami indurito dalla vita, un ragazzo che fatica a costruire relazioni interpersonali durature. Così i suoi contatti umani diventano freddi, glaciali, utili solo per immagazzinare le informazioni necessarie per risolvere il rebus che tanto lo tormenta. Chi sono i suoi genitori? Chi è sua madre? Chi è lui?

Il Lago è un romanzo appassionante, che si legge con trasporto. È impossibile non emozionarsi davanti alla crescita di Nami, personaggio che il lettore inizialmente prende per mano da piccolo, ma che poi è costretto a lasciar camminare da solo, limitandosi a seguire le sue dure avventure, purgatorio necessario, però, affinché Nami riesca ad arrivare a decifrare la sua vera identità.

“Il lago” di Bianca Bellova, edizioni Miraggi. Libri in Pillole.

Alessandro Oricchio

Dottorando in studi politici Sapienza Università di Roma, speaker di Teleradiostereo, giornalista pubblicista iscritto all'Odg del Lazio. Amante dei libri, dei viaggi, del calcio, della lingua spagnola, del mare e della cacio e pepe.

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