Occorre allacciare le cinture per intraprendere il viaggio che la penna di Peppe Millanta ha preparato per noi, aprendo la porta, in Vinpeel degli orizzonti, a un universo incantato, quello di Dinterbild, fatto di ripide salite e impetuose discese, curve pericolose e improvvisi cambi di direzione.
UNA SCRITTURA CHE STUPISCE
Un romanzo che mantiene intatto lo stupore dalla prima all’ultima pagina e che non tradisce le promesse, rilanciandole, anzi, in un sorprendente gioco al rialzo. Sarà difficile separarsi da Vinpeel e dal corteo di improbabili personaggi che lo circonda, personaggi vivi, tridimensionali, che hanno nella diversità il loro tratto distintivo. Ogni volta che l’autore ce ne presenta uno, lancia una sfida al lettore, dando una spallata a quel patto di sospensione dell’incredulità che li lega a filo doppio e che Millanta si diverte a tradire e onorare allo stesso tempo.
E una volta saliti sulla giostra ci faranno compagnia Padre Earl, messo spalle al muro ogni volta dalla logica stringente di Vinpeel, che continua a confessare i peccati che pensa di aver commesso e quelli che ha in animo di commettere, il burbero signor Biton, proprietario della Locanba (no, non è un errore di battitura, e scoprire il perché di questo nome vale da solo la lettura del libro), Dorothy, il maiale da riporto, Ned Bunty, che affida alle conchiglie la storia degli abitanti di Dinterbild.
IN VINPEEL DEGLI ORIZZONTI I PERSONAGGI SONO TALMENTE FANTASTICI DA APPARIRE REALI
E chissà che le vicende narrate non riescano a riempire quei buchi dell’anima “grandi come intere emozioni e larghi come sogni”. Perché “se non stai attento da lì ti ci può scivolare via una vita intera in un baleno. E non è detto che tu sia così fortunato da ritrovarla”.
Un libro che sorprende, fa sorridere, emozionare,
talvolta commuovere. Solo l’indifferenza non è contemplata nel lascito che questa prosa ammaliante ha in serbo per le lettrici e i lettori.
Lasciatevi condurre: ne vale la pena. E alla fine del viaggio avremo voglia di incamminarci con Vinpeel alla ricerca dell’Altrove, o di restare a Dinterbild, stregati e affatturati, per sempre.
IL VINO
Il vino in abbinamento è la Tintilia DOC, vino molisano ricavato dall’omonimo vitigno, dal gusto pieno, elegante e persistente. Un vino riscoperto di recente, tipico di una regione che, a dispetto di quanto si dice, esiste. Forse come Dinterbild.
LA CITAZIONE
Un cartello sbiadito con su scritto “Benvenuti a Dinterbild”. Un pugno di case gettate alla rinfusa intorno a una locanda. Una comunità che pare sospesa nel tempo. Una strada da cui non arriva più nessuno, e nessuno ricorda più dove porti.
Da “Vinpeel degli orizzonti”
“Vinpeel degli orizzonti”, Peppe Millanta, Neo Edizioni, a cura di Sopra le righe.