Etimologioia

Perché si dice “trafelato”?

Buongiorno e buon lunedì miei cari, come sempre siamo qui a occuparci dei nostri problemi etimologici… problemi che senza questa rubrica non avreste mai avuto, ma son dettagli inutili questi.

Lunedì mattina, interno casa, la sveglia non suona e quando aprite i vostri occhietti siete già in ritardo per il lavoro. Vi alzate in fretta e furia e vi preparate per uscire arrivando a lavoro tutti trafelati.
Ma siete sicuri di essere davvero arrivati a lavoro trafelati?

No perché, questa parola e la sua etimologia ci invitano ad alcune riflessioni interessanti.

Sui cari dizionari possiamo leggere che ‘trafelato’ (participio passato del poco comune verbo ‘trafelare’) significa affannato, ansante per via di uno sforzo intenso, prolungato. E qui potreste per un attimo illudervi di avere usato questa parola correttamente… e invece no, perché questa definizione non riesce cogliere la pienezza delle sfumature che questo termine racchiude in sé.

Infatti, più che sul respiro, questa parola sembra concentrarsi sull’apparenza esterna, ossia sull’essere conciati male.

Se rispondo trafelato quando suona il telefono di casa di notte, lo sforzo fisico di svegliarsi e alzarsi non è oggettivamente tale da farmi venire il fiatone, ma comunque non sarò al meglio della mia lucidità. Quando entriamo trafelati in ufficio per esserci svegliati tardi, più che affannato per lo sforzo saremo malconci a livello “estetico”, ma lo sforzo provante resta, e certamente potrò anche salire trafelato, con la lingua a terra, sul treno che ho preso per un soffio.

Per capirci qualcosa in più, come sempre arrivo io affiancata dall’etimologia, che qui però non è particolarmente perspicua.

La ricostruzione etimologica più accreditata per ‘trafelare’ vede scaturire questo termine dall’immagine del ‘trafiggere il fiele’ (cioè la bile) e trafiggere il fiele, figuratamente, significherebbe trapassare con la spada. Ora, chi si trovi trafitto da una spada sicuramente non se la passa bene e il suo modo di essere malconcio è una suggestione eloquente del colore del trafelato.

Quindi, la prossima volta che vorrete poter utilizzare impunemente questo termine chiedetevi: “sto come uno a cui una spada ha appena trafitto la bile?”, se la risposta è sì bene: avete il permesso di usare questo meraviglioso termine che avete appena imparato a conoscere.

Ora vado, altrimenti arriverò tardi a lavoro… ma non trafelata!

Etimologioia, una rubrica a cura di Donatella Maina Gioia su The BookAdvisor.

Redazione

Redazione della pagina web www.thebookadvisor.it

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