Un libro tra le mani

“Niente di vero” di Veronica Raimo, recensione: Un libro tra le mani

NIENTE DI VERO, di Veronica Raimo, è un libro strepitoso!

Ironico, sarcastico, cinico, spregiudicato, ma anche profondo, a tratti dolce e commovente, perché molto spesso attraverso l’ironia si riesce a dire tutto, anche l’indicibile… e a riparare qualcosa d’irrisolto.
Veronica Raimo sa essere esilarante e spietata nel raccontarci di sé, della sua famiglia, della sua vita, e lo fa in modo spudoratamente libero, sincero nella misura in cui può essere sincera una formazione piena di “imposture“.
Veronica ha bisogno di quelle finzioni per dare forma a se stessa, per sopravvivere ai continui muri (non metaforici) eretti in casa dal padre, all’ansia di controllo della madre, all’intelligenza prodigiosa di suo fratello che si prende tutta la scena, alla noia mortale che ha riempito intere giornate della sua infanzia, ad una nonna poco amorevole che la vorrebbe diversa, ad una società che la vorrebbe mamma…

E quindi dall’interno di questa famiglia, che come tutte le famiglie che si rispettino ha la sua buona dose di tossicità, ci arriva la sua voce fresca, irriverente, che non ha paura di planare leggera sulle cose, anche cose toste, come l’aborto, la perdita di un padre, la fine dell’amicizia, il sesso, le fughe, il sempre difficile tentativo di diventare “adulti“.

La cosa più bella è rendersi conto che in tutto questo c’è semplicemente la vita, una vita come tante… eppure specchiarcisi dentro è un po’ terapeutico, fa stare bene.
Ci fa riflettere su quanti “aggiustamenti” ci sono stati anche nella nostra vita (ad opera della nostra mente) per ritagliarci un posto più bello da vivere, più abitabile, ricordi che ci facciano sentire meglio.

“Abbiamo sempre manipolato la verità come se fosse un esercizio di stile, l’espressione piú completa della nostra identità. Talvolta ci accordiamo quantomeno il beneficio del dubbio rispetto ai nostri sabotaggi, conserviamo dentro di noi un piccolo spiraglio per ristabilire l’esattezza degli eventi, ma è molto piú frequente il contrario: dimentichiamo la menzogna iniziale o il fatto stesso che si tratti di una menzogna.”

Chi può dire, in fondo, quale sia la parte più vera di noi stessi?
Quella che ha vissuto in un certo modo o quella che abbiamo inventato per sentirci veramente noi?
Niente di vero, ma tutto di Vero(nica).
Eh, “siamo al paradosso“.

“E in effetti è quello che ho sempre fatto nella mia vita. Ogni volta che mi sono sentita chiusa in una cameretta, dentro un gioco con delle regole, non ho provato a fuggire ma a inquinare il raziocinio della stanza e delle regole. A immaginare cose finte, a dirle, a provocarle, fino a crederci. Fino a pensare che un dado può sempre dare cinque, benché non serva assolutamente a nulla.”

Mentre leggevo questo libro pensavo: “quanto mi piacerebbe rivedere tutta la mia vita e rileggerla con i toni usati da Veronica Raimo”, quanto mi piacerebbe non solo saper scrivere così, benché io non scriva… ma proprio “pensare” così.
Essere in grado di guardarsi dal di fuori e trasformare la tragicità di una vita non straordinaria in qualcosa che straordinario lo è di sicuro.
L’ho già detto e lo ripeto: strepitoso!

Adesso però è meglio che vada, “c’è Francesca al telefono”. 😊
(Chi l’ha letto, capirà)

“Niente di vero” di Veronica Raimo, Einaudi editore. Un libro tra le mani.

Antonella Russi

Nata a Taranto, classe '76. Lettrice per passione, da sempre.

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