Un libro tra le mani

“La famiglia” di Sara Mesa: la casa come una bolla senza ossigeno

LA FAMIGLIA” di Sara Mesa 

(La Nuova Frontiera editore, 219 pagine, Traduzione di Elisa Tramontin)

Con questo suo ultimo romanzo Sara Mesa conferma il suo talento assoluto nel creare atmosfere cariche di tensione psicologica pur raccontando semplici dinamiche quotidiane, e se in “Un amore” si era soffermata sul rapporto tra i sessi all’interno di una comunità ostica e diffidente, ne “La famiglia” i rapporti in questione sono quelli tra i componenti di un nucleo famigliare in un ambiente chiuso, altamente tossico e disfunzionale.

Quanto può essere asfittico un focolare domestico?

Eppure visti da fuori erano perfetti.

Padre, Madre e quattro figli (tre biologici e uno adottato): gente perbene, educatissima, rispettata e stimata da tutti coloro che li circondano.

(Ah, se solo sapessero quello che pensano di loro!)

Padre…

Padre è un uomo dalle ferme convinzioni anticonsumistiche, dedito alle raccolte fondi per associazioni di volontariato, fermamente saldo nei suoi principi di giustizia sociale, sostenitore del dialogo famigliare, del risparmio, della sincerità a tutti i costi.

“Niente segreti in questa famiglia”.

Tutto bellissimo se non fosse accompagnato da una rigidità eccessiva, dall’imposizione di ogni cosa, gesto, pensiero e parola, o peggio ancora dal ricatto morale che genera negli altri famigliari la volontà di accondiscendere alle sue richieste pur non condividendole, generando in loro un sentimento di frustrazione e disagio emotivo.

Qualsiasi cosa, anche la più nobile, se portata all’eccesso diventa nociva.

Madre…

Madre è una donna fragile, succube, fortemente depressa, che si è ritrovata suo malgrado coinvolta nella messa in opera del “progetto famiglia” così come era stato ideato, pensato e fortemente voluto da suo marito.

Una fattrice senza nessuna voce in capitolo.

I figli…

I figli, ognuno a modo suo, mettono in atto un metodo di sopravvivenza, un modo per rimanere a galla e respirare in questa bolla senza ossigeno che è la loro casa.

Ma gli strascichi di una “violenza non violenta” rimangono tutti, a lungo.

“Tutti e tre erano segnati da una profonda e remota ignoranza, per la privazione di una conoscenza puntuale della vita al di là di quelle mura.

[…] Stavano lì, sottomessi in superficie ma agitatissimi dentro, in un modo che nemmeno loro comprendevano.”

Mesa ci ha abituati alla sua penna asciutta e affilata, capace di scavare un pozzo con un semplice puntino.

Pochi tratti, eppure viene fuori una fotografia nitidissima e feroce delle conseguenze dell’eccessiva rigidità, dell’imposizione genitoriale volta a plasmare le personalità, della finta apertura al dialogo come mezzo di controllo totale.

Una narrazione composta come un puzzle che da vita ad un racconto corale che viaggia avanti e indietro nel tempo, ma una volta messo l’ultimo tassello l’immagine che ne viene fuori è drammatica e asfissiante, proprio come quei ritratti di famiglia dalle pose rigide e i sorrisi tirati, appeso in tutta la sua grandezza e magnificenza sul muro del salotto per coprire le crepe, l’umido e la condensa che nessuna ristrutturazione potrà mai sanare.

Autrice da non perdere.

 

 

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“La famiglia” di Sara Mesa, La Nuova Frontiera editore . Un libro tra le mani.

Antonella Russi

Nata a Taranto, classe '76. Lettrice per passione, da sempre.

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