Dream Book

“Le meduse non hanno orecchie” di Adèle Rosenfeld: recensione libro

Suoni smorzati, quasi graffi. Voci che si arrampicano sugli occhi. Strade segnate dalla necessità di comunicare attraverso lo spazio di labbra che devono cercarsi per sentirsi. Lo sguardo puntato sulle vibrazioni, che poi compongono le parole, è fondamentale per chi ha problemi di sordità. Coloro che non sentono bene cercano la luce, la trasparenza visiva. Devono mettere a fuoco i suoni per vivere le parole.

E non tutto arriva in modo chiaro. Anzi, le frasi si spezzano ed i contenuti si sfibrano. Quando non si coglie subito la presa di un discorso, di una domanda, di una risposta, ci si sente inadeguati. Si è in costante equilibrio precario. Si diventa piccoli piccoli. Allora, si solleva lo sguardo per riappropriarsi delle distanze, per accorciarle. Hai la sensazione di non far parte integrante di un tutto che si spegne sgretolandosi sino al silenzio assoluto. Prima di finire in una sorta di buco nero, ti prende l’ansia di non riuscire ad acchiappare i rumori. Succede che si travisino le parole, che si colgano per intuito, perché l’ipoacusia è grave, oppure la sordità è invalidante. Agganciarsi alle labbra degli altri per catturare la vita è sfiancante. In un attimo puoi perdere le parole, sentire solo alcune lettere e non è detto, poi, che ci azzecchi nel significato. Eppure, rientri nell’ordine della normalità che aggiusta anche le storture dell’esistenza.In Le meduse non hanno orecchie di Adèle Rosenfeld vivi il tormento di Louise che è nata sorda da un orecchio e dall’altro sente poco e male. Ha trent’anni, conduce una vita come tutti gli altri. Pensa di essere finita ai margini, isolata, perché ha sentito male o ha finto di aver capito. A Louise viene l’ansia ogni volta che l’interlocutore di turno nasconde le labbra con la mano rischiando di essere risucchiata dal silenzio e di essere considerata, tra l’altro, una stupida per il ritardo nelle risposte. Non sentire bene la spinge a crearsi un mondo parallelo, a vivere una dimensione immaginaria.Il romanzo è toccante. La prosa è chiara, semplice. La narrazione cattura il lettore che viene guidato ad una riflessione più attenta sulle disabilità nascoste.

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“Le meduse non hanno orecchie” di Adèle Rosenfeld, edizioni Piemme.  Dream Book.

Lucia Accoto

Lucia Accoto. Critico letterario Rai Cultura per Mille e un libro Scrittori in Tv di Gigi Marzullo su Rai1. Giornalista pubblicista, recensore professionista. Lettura, scrittura e stile, fonti di vita e di ispirazione

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