“Giorno di vacanza” di Inès Cagnati, recensione: Un libro tra le mani
GIORNO DI VACANZA , di Inès Cagnati.
(Traduzione di Lorenza Di Lella e Francesca Scala)
C’è un qualcosa nella scrittura di Inès Cagnati che rende i suoi libri indimenticabili, dolorosi e struggenti pur mantenendo un’apparente levità, una spietatezza rivestita di grazia.
Mai una parola di troppo, anzi, è tutto ridotto all’essenziale, un lavoro di sottrazione che però sprigiona una potenza narrativa disarmante.
Ma partiamo dal titolo.
Non lasciatevi prendere dall’entusiasmo, non lasciatevi ingannare dalla parola “vacanza” e tutto il bello che, solitamente, racchiude; sostituiamolo subito con “mancanza“… perché quello raccontato sarà per Galla, la nostra protagonista quattordicenne, un giorno in cui le mancherà davvero tutto, tranne il tempo per pensare alla sua triste, tristissima vita.
“Se mi avessero amata, anch’io sarei bella. Mi sarebbe bastato essere un cucciolo o uno qualunque degli animali che abbiamo a casa. Mio padre e mia madre si prendono cura di tutti gli animali. Allora, da piccola, mi sarebbe piaciuto essere un vitellino. Mi avrebbero amata, come tutti.”
Miseria e legami famigliari, di questo sono fatte le pagine di questo romanzo.
La miseria é tanta, straripa da ogni immagine e pensiero della protagonista, ricordandole in ogni istante chi è e da dove viene.
Terre fredde, paludose e piene di sassi.
Un padre anaffettivo e violento.
Una madre consumata da troppe gravidanze, da figlie (tutte femmine) a cui poi non può dare nulla, né vestiti, né cibo, né attenzioni…
Una cagna, Daisy, unica vera dispensatrice di amore e accudimento.
Una bicicletta vecchissima ma fedele, sgangherata compagna di viaggio verso un futuro chiamato “liceo“.
35Km di speranza.
Ma anche questo è un luogo di mancanze, un luogo che la emargina, che non la accoglie mai veramente.
Non si scappa mai dalle proprie origini.
“E terribile essere come me”.
Due sole presenze positive nella sua vita: la sorellina Antonella, cieca e fragile, e la compagna di scuola Fanny, amata e bellissima, e bellissima perché amata.
Tutto il resto è grigiore e degrado, è lotta per resistere in un mondo senza sole che vorrebbe inghiottirti nelle sue acque melmose, ma, a onor del vero, c’è anche una disarmante resistenza alle avversità.
Resistenza psicologica.
Galla pedala, pedala e pensa, pedala e canta con la voce di un’altra, e con la voce di un’altra parla con se stessa per tirarsi su, guarda il mondo con un occhio realistico e spietato, odia chi la umilia, si vergogna ma non si piega, non cede all’angoscia che la sovrasta.
Chi come me, ha già letto e amato “Génie la matta” forse non troverà le stesse vette altissime di struggente poesia, ma non potrà non ritrovare la stessa potenza e intensità, lo stesso disperato bisogno di “essere amati“, lo stesso grido silenzioso verso quello che è l’amore primordiale, il piu importante, il piu difficile, il piu complesso: l’amore per una madre.
Inès Cagnati è riuscita anche stavolta a riempirmi di bellezza, di tristezza… e infine a uccidermi.
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“Giorno di vacanza” di Inès Cagnati, Adelphi edizioni . Un libro tra le mani.