“Azami”, “Hōzuki”, “Suisen”, “Fuki-no-tō”, “Maimai” di Aki Shimazaki, recensione: Un libro tra le mani
Minimalisti, delicati e poetici.
In tutti e cinque questi brevi romanzi (Azami, Hōzuki, Suisen, Fuki-no-tō, Maimai) si respira un’atmosfera pacata, leggera… e non perché lo siano le tematiche affrontate, anzi… ma perché la scrittura dell’autrice è lieve, e ci fa entrare nella cultura giapponese in punta di piedi, come scostando la tendina di una finestra dal vetro nitido e lucidissimo.
Nessuna sbavatura, neanche un’ombra.
Cinque libri e un’unica storia.
Nel primo libro incontriamo già tutti i personaggi-chiave del racconto, ma ogni volta il faro è puntato su un personaggio diverso e ogni angolazione ci permette di vedere qualcosa che prima era celata.
I personaggi si evolvono e quelli che prima ci erano sembrati mansueti o sottomessi si riveleranno molto più forti e sfaccettati e quelli apparentemente più egoisti, arroganti o vigliacchi mostreranno le loro paure e i loro disagi che affondano spesso nell’infanzia, e che li hanno portati ad indossare quella corazza e a comportarsi in un certo modo.
Ogni racconto è simboleggiato da un fiore o animale.
E ogni fiore/animale simboleggia un sentimento.
Azami
…è il fiore del Cardo…un fiore bellissimo e pieno di spine, proprio come molte storie d’amore, come molte scelte che ci troviamo ad affrontare.
Hōzuki
…è il cuore dell’Alchechengi… come una lanterna che illumina la speranza e salva la protagonista, anche da se stessa.
Suisen
…è il Narciso… fiore indissolubilmente legato alla storia di Narciso e Boccadoro, e quanto fa male annegare in quello specchio d’acqua che ci aveva così tanto abbagliato riflettendo una bellezza tanto vacua quanto inconsistente.
Fuki-no-tō
…è il Farfaraccio… che sviluppa i suoi gambi sottoterra, orizzontalmente, proprio come alcuni sentimenti che continuano a crescere nascosti in noi, silenziosi, assopiti, ma ancora vivi.
Maimai
…è la chiocciola… che trascina la sua casa, proprio come noi ci portiamo dietro il peso dei nostri fardelli, grandi o piccoli che siano.
Tanti i temi affrontati, dai rapporti coniugali sexless, ai matrimoni combinati (“miai”), dalla maternità all’abuso di potere da parte di chi occupa una posizione economico/sociale privilegiata, dall’omosessualità all’incapacità di crescere e sviluppare un’adultità risolta, dalla disabilità all’incesto (per quanto inconsapevole).
Sono dei piccoli libri che si leggono in un soffio, ma che ti invogliano alla lentezza, che t’invitano a fermarti un attimo a guardare, ad assaporare i dettagli, la semplicità di gesti quotidiani.
Grazie a questa autrice mi sono avvicinata alla cultura e letteratura giapponese, benché lei ormai viva da tempo in Canada e scriva in francese, ma i suoi libri trasudano della sua cultura nipponica, nello stile, nello spirito e nel contenuto.
Toccano l’anima, mi fanno sentire bene, in pace… e non è poco di questi tempi.
“Azami, Hōzuki, Suisen, Fuki-no-tō, Maimai” di Aki Shimazaki, Feltrinelli editore. Un libro tra le mani.