Rete Miceliale

“Trofeo” di Emanuela Cocco: recensione libro

“Le cose che vede sono avviluppate in quelle che lui desidera e immagina, le cose che lui sa sono state sostituite da quelle che lo terrorizzano, le cose che accadono, le cose che contano, continuano a restare fuori dai margini della sua consapevolezza.”

trofeo emanuela cocco

Ci sono cose, in quella casa. Ci sono feticci. Che prima appartenevano a qualcun altro ma che adesso appartengono a Lui. Ci sono trofei. Oggetti di vite spezzate che per qualche motivo conservano i ricordi e le parole delle “loro persone”. Di coloro che li avevano indossati, vissuti. Amati. Sono oggetti spogliati dalle loro vite precedenti che adesso orbitano intorno a Lui, alle sue pulsioni, ai suoi orrori.

E queste cose – questi trofei – imparano le parole. Imparano a pensare, imparano a raccontarsi, imparano a essere. Seppure in modo incompleto. Seppure senza il tempo che servirebbe loro per imparare a sognare.

Ma se quelle cose, quei feticci, quei trofei non fossero solo “cose”? Se fossero le persone che incontriamo di sfuggita, le emozioni che sforiamo, le opportunità che non cogliamo perché ci manca il coraggio per farlo o il tempo per sognare? Se fossero opportunità perdute, smarrite nei corridoi di una vita – la nostra – che ci cannibalizza fino a costringersi in una sola stanza fatta di rancori e di ossessioni?

“Trofeo” di Emanuela Cocco

Emanuela Cocco riduce il tempo, comprime lo spazio. Ci costringe in un cassetto, ci obbliga a mescolare le nostre parole con quelle di altri trofei sconosciuti, rapiti, rubati. Destruttura i nostri desideri e li obbliga a confrontarsi con una rabbia cieca che fingiamo di non conoscere ma che tutti abbiamo sfiorato e che ha imparato a conoscerci, che ha preso qualcosa di noi. Proprio come i trofei hanno assorbito parte della vita di chi li possedeva.

Diventiamo Lui. Senza volerlo. Senza immaginarlo. E senza la possibilità di nessun compromesso. E quando camminiamo tra le stanze deserte della sua (nostra?) vita, capiamo che tutti quei trofei non sono mai stati davvero suoi. Non sono mai stati davvero nostri. 

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Trofeo” di Emanuela Cocco, edizioni Zona42. Rete Miceliale.

Maico Morellini

Maico Morellini, classe 1977 vive a Reggio Emilia e lavora nel settore informatico dove si districa tra cinema, programmi e letteratura. Il suo primo romanzo di fantascienza, Il Re Nero, ha vinto il Premio Urania 2010 ed è stato pubblicato l’anno successivo da Mondadori. Sempre per Mondadori nel maggio 2016 è uscito il romanzo La terza memoria. Nel 2018 il romanzo Il diario dell’estinzione edito da Watson ha vinto il Premio Italia 2019 come miglior romanzo fantasy. Nel 2019 ha pubblicato all'interno dell'Urania Millemondi Strani mondi il racconto Fatum e con Providence Press il romanzo Il ragno del tempo, vincitore del Premio Italia 2021. Ha partecipato a diverse antologie tra cui 365 Racconti sulla fine del mondo, Propulsioni di improbabilità, I sogni di Cartesio e Ma gli androidi mangiano spaghetti elettrici? e pubblicato altri diversi racconti.

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