Ribellarsi alla notte
In Ribellarsi alla notte il ritmo del giallo si fonde con le suggestioni delle fiabe natalizie
E’ notte, è da poco passato il Natale e, in una Roma gelida e deserta, un’ombra se ne sta immobile sotto i portici. Il suo animo è sopraffatto dal dolore e dalla rabbia, mentre attende il momento giusto per mettere a segno il colpo che ha pianificato da tempo, da quando la sua vita è diventata senza senso. In un attimo sottrae dal grande presepe la statuina di Gesù Bambino.
RIBELLARSI ALLA NOTTE: UN’INASPETTATA REAZIONE A CATENA
Questo gesto avrà immediate ripercussioni su tutta la comunità, provocando l’ira di don Eugenio, che in quel presepe trae sollievo da una vita senza più slancio, l’indignazione del questore, che trova inammissibile un simile affronto proprio nell’anno del Giubileo, lo sconcerto del commissario Mariotti, che stenta a credere di doversi occupare di un caso del genere. Niente di meglio, quindi, che affidare per ripicca le indagini a Rocco Gargiulo, il più improbabile dei suoi agenti. Tra influencer, flash mob, cacce al tesoro, la faccenda del furto di Gesù Bambino, o rapimento, come lo definisce don Eugenio, diventa un caso mediatico dai risvolti inattesi.
UN BAMBINO DAL CUORE GIGANTE
Al centro della narrazione, un personaggio si staglia sugli altri: il piccolo Antonio, un bambino di dodici anni straordinario, che sa leggere nel cuore delle persone e che sembra rischiarare le vite di chi incontra. Il romanzo ha un ritmo avvolgente e sinuoso, una narrazione fluida resa suggestiva dall’atmosfera natalizia della storia. Eccellente la capacità dell’autore – quasi sinestetica – di coinvolgere chi legge in un’esperienza capace di interessare tutti i sensi. Notevole il capitolo a volo d’uccello sui pensieri dei personaggi, sui loro rimorsi, sulle loro speranze, e che ci consegna, imprevisto, il primo colpo di scena.
Ben condotto lo scavo psicologico dei protagonisti, appassionante l’intreccio narrativo impreziosito da passaggi che hanno la vividezza delle scene cinematografiche, coinvolgente il registro linguistico che dosa perfettamente ironia e azione, dando vita spesso a scene esilaranti, altre volte a pagine commoventi, che inducono alla riflessione.
Un romanzo dal messaggio profondo, ma che ha il tono lieve delle fiabe di Natale, con le strade umide invase dall’odore delle caldarroste e le luci che illuminano la città o, come in questo caso, rischiarano i cuori di chi cerca un significato più importante, ribellandosi alla notte.
IL VINO
Il vino che si accompagna a questa lettura è il Sannio Doc Spumante, per celebrare l’atmosfera natalizia del libro con delle bollicine insolite, come il connubio tra la ricerca della felicità e quella della verità che si intrecciano nel romanzo.
LA CITAZIONE
“Ma di nuovo incrocia lo sguardo del Bambinello. Come una lama di luce che fende il buio. E allora la rabbia batte in ritirata, lasciandosi dietro solo la bava di un lamento. Lungo e affilato, come un artiglio che dilania il silenzio della notte. L’eterna domanda – perché?- è una freccia scagliata verso il cielo scuro e invisibile”.
“Ribellarsi alla notte”, Mimmo Muolo, Edizioni Paoline, a cura di Sopra le righe.