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Crudele è la notte, Jonvalli & Filistrucchi: splendido noir dalla potenza cinematografica.

Un killer di bambini che agisce indisturbato, un’inchiesta osteggiata in un Paese oppresso dal regime

In “Crudele è la notte”, siamo nella Spagna degli anni Sessanta, un Paese soffocato dal regime franchista e da un clima di opprimente sospetto. Quando il piccolo Miguelito Aguilar muore a seguito di una caduta, tutti pensano a una tragica fatalità, ma c’è un elemento che induce subito l’ispettore Florentino Abedes Montero a sospettare un omicidio. E quando il sospetto viene  confermato dal medico che esegue l’autopsia, e poi prontamente smentito a causa delle pressioni esercitate dal direttore dell’istituto di tossicologia, Florentino non ha più dubbi sull’opacità della vicenda.

Si trova, così, invischiato in un vortice di omertà, silenzi e false piste “come un’esca inghiottita da un grosso pesce”. Osteggiato apertamente dai superiori, che gli intimano di archiviare il caso, Florentino decide di rivolgersi a un vecchio amico, Camilo Blanco, professore di filologia che il regime ha costretto ad abbandonare la cattedra a causa delle sue idee politiche. Camilo, grazie al quale Florentino anni prima ha chiuso con successo un’inchiesta difficile, ha la particolarità di giungere alle soluzioni dei casi più intricati attraverso le sue visioni oniriche. Ma questa volta l’indagine porta a una ragnatela vischiosa di morti sospette e a un misterioso assassino di bambini che agisce indisturbato da anni.

UNA GRANDE STORIA DI INVESTIGAZIONE, CON ATMOSFERE DENSE E UNA PROSA ECCELLENTE

Il punto di forza di “Crudele è la notte” risiede in un impianto classico che trasferisce intatto al lettore il piacere dell’investigazione, attraverso un apparato narrativo solido e ben strutturato, in grado di far vivere i luoghi e le atmosfere all’interno delle quali si muovono personaggi tridimensionali. Persino gli spazi, come l’immenso archivio della polizia, sembrano dare una dimensione fisica alla vastità del male nel  mondo.

L’impatto cinematografico delle scene e il ritmo veloce catturano l’attenzione dall’inizio alla fine, ma c’è un valore aggiunto che, più di tutti, affattura in questa narrazione: la prosa sensoriale, ricca di suggestioni che rimandano ai colori e agli odori dell’infanzia, ai ricordi velati di struggente nostalgia, alla speranza mutilata di una libertà che è pericoloso perfino immaginare.

La penna degli autori controlla con padronanza storia e trama, e trasmette con sapienza la potenza dei tempi e dei luoghi, in una Spagna in cui ogni bisbiglio è amplificato, dove ogni piccolo movimento può scatenare una denuncia da parte di zelanti delatori, e dove i personaggi, ognuno a suo modo, cercano di ritagliarsi a fatica uno spazio di libertà che dia ancora significato alle proprie esistenze. Di estrema efficacia le pennellate che dipingono un periodo storico in cui la campagna viene ingoiata dall’edilizia urbana, con le sue costruzioni tutte uguali pronte a ingabbiare, in nome di un progresso spesso solo di facciata, migliaia di persone alla ricerca di una vita diversa, inducendo Florentino a chiedersi quale sia “il senso di imprigionare le stelle”.

Crudele è la notte: i molteplici volti della solitudine

Applausi a scena aperta per l’organicità con la quale, alla fine, tutte le storie trovano compimento e personaggi apparentemente slegati si fanno tessera di un grande mosaico.

Di agghiacciante bellezza narrativa le scene che descrivono i delitti, ammalianti le mille declinazioni della solitudine, sconfinata e inevitabile, che i personaggi tentano di combattere, o alla quale si consegnano disarmati come unica possibile resistenza all’incomprensibile.

Un romanzo consigliatissimo, che unisce un forte impianto investigativo a personaggi complessi, sullo sfondo di una Storia che sovrasta come un destino, forse, non sempre ineluttabile.

IL VINO

Il vino da abbinare a questa lettura è un Tempranillo affinato in rovere, vino spagnolo di qualità e dal forte potenziale di invecchiamento, intenso e avvolgente, come le atmosfere del libro.

LE CITAZIONI

“Ogni volta che uno spagnolo chiedeva un lavoro, un prestito in banca o una casa in affitto, la Sociale spulciava i suoi dossier, ne verificava il pensiero e dava l’ultima parola. Le idee contrarie erano ormai una malattia contagiosa e i dissidenti soltanto degli untori, da evitare a ogni costo. Così, pur di sottrarre alle attenzioni del regime i pochi amici che gli restavano, si era consegnato a una solitudine sconfinata”.

“Era sempre più difficile oltrepassare quella soglia e aspettare lo scatto della molla che, come sempre, avrebbe ucciso il mondo alle sue spalle. A casa lo aspettava un pomeriggio di rimpianti e un’altra notte insonne. Aveva fallito ancora una volta, come in ogni altra cosa della sua vita: l’inchiesta non esisteva più, l’assassino era libero e quei bambini erano solo ossa e stracci che fissavano il cielo dalla verticale di una fossa”.

Crudele è la notte, Jonvalli & Filistrucchi, Sem edizioni, a cura di Sopra le righe.

Michela Bilotta

Sono nata a Salerno e vivo da oltre dieci anni a Bruxelles, dove mi occupo di comunicazione e ufficio stampa. Giornalista pubblicista dal 2007 e sommelier professionista, ho maturato un’esperienza ventennale come direttrice creativa, editor e addetta stampa per case editrici, agenzie pubblicitarie, testate giornalistiche, ONG internazionali e istituzioni europee. Ho, inoltre, pubblicato guide turistiche, racconti e manuali per concorsi a cattedra. Ho sempre usato le parole per lavoro e per passione, e il mio amore per la scrittura è pari solo a quello per la lettura. La metrica dell’oltraggio, edito dalla Jack Edizioni, è il mio primo romanzo edito e tratta dei diversi aspetti della violenza di genere partendo dalla tragica storia della poetessa Isabella Morra, assassinata dai fratelli, fino ad arrivare al fenomeno dei femminicidi oggi. Il libro ha destato l’attenzione della stampa nazionale, è entrato nell’elenco ufficiale dell’AIE come testo scolastico ed è stato presentato alla Camera dei deputati.Tre miei racconti sono stati pubblicati nell’Antologia “Ad alta voce”, a cura della scrittrice Sara Rattaro.

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