Libri in pillole

“Senza giri di boa”: recensione libro

La questione relativa al ruolo della donna nella società è storicamente stata al centro del dibattito pubblico e politico, soprattutto per una ragione: decretare la posizione di inferiorità della donna rispetto a quella dell’uomo, per relegarla a mansioni marginali. Basti pensare che ci sono voluti più di 1800 anni per riconoscere alle donne il diritto all’istruzione (1874) e più di 1900 anni per garantire loro il diritto di voto (1946).

Una subalternità che era stata ulteriormente certificata nel 1923, quando la riforma Gentile istituì la scuola professionale femminile, specificando che tale istituzione aveva “lo scopo di preparare le giovinette all’esercizio delle professioni proprie della donna e al buon governo della casa”. Le materie di insegnamento somministrate parlavano chiaro: tra le altre spiccavano “cultura generale, economia domestica, igiene, lavori donneschi” (art. 7).

Sono passati 100 anni, dunque sembrerebbe anacronistico parlare oggi di azioni politiche relative a un secolo fa, eppure i punti di contatto sono molteplici, perché il retaggio culturale è agevolmente rintracciabile nella società contemporanea, sempre più evoluta, tecnologica, super digitale ma tuttora fortemente ancorata a principi obsoleti. Nonostante siano stati compiuti notevoli passi in avanti per la progressiva inclusione della donna nel mondo del lavoro ciò che manca è una reale, e sottolineo reale, considerazione della donna alla pari dell’uomo, soprattutto per ciò che riguarda la dimensione culturale, occupazionale e contrattuale, che ha delle evidenti ripercussioni negative troppo spesso ignorate, o ancora peggio sbrigativamente archiviate, con fastidiosa superficialità.

Senza giri di boa è un libro prezioso perché al suo interno raccoglie le testimonianze di quelle donne che hanno vissuto sulla propria pelle l’arretratezza di un Paese che solo apparentemente si è interessato alla questione femminile, senza tuttavia agire in modo incisivo per consentire alle donne di avere stessi diritti, pari opportunità e medesimo trattamento dell’uomo nel mondo del lavoro.

Con questo progetto editoriale venti giornaliste affrontano il tema con la professionalità che le contraddistingue, costruendo una narrazione basata su dati concreti (la condizione femminile del lavoro in Italia, la scarsa retribuzione delle donne, il dato sulle nascite in Italia oggi ai minimi storici) arricchita dalle voci di quelle donne vittime di una diseguaglianza evidente, donne a cui è stato richiesto, o se preferite imposto, di coniugare il proprio impiego con malattia, maternità, gestione familiare, orari di lavoro improbabili, che le ha letteralmente trasformate da lavoratrici in ostaggi dei datori di lavoro e dei propri sogni di carriera.

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“Senza giri di boa” di AA.VV, edizioni PaperFirst. Libri in Pillole.

Alessandro Oricchio

Dottorando in studi politici Sapienza Università di Roma, speaker di Teleradiostereo, giornalista pubblicista iscritto all'Odg del Lazio. Amante dei libri, dei viaggi, del calcio, della lingua spagnola, del mare e della cacio e pepe.

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