“La Carne” di Cristò: recensione libro
Pubblicato per la prima volta da Intermezzi nel 2015, torna in libreria in una nuova edizione e con una copertina molto bella, La carne di Cristò Chiapparino.
Ripubblicato da Neo Edizioni con l’aggiunta di una postfazione di Paolo Zardi, è una fondamentale riproposta di un autore molto originale, che ultimamente ha fatto di nuovo ben parlare di sé con La meravigliosa lampada di Paolo Lunare di Terra Rossa edizioni.
Siccome nutro grande stima per Zardi e ho letto la maggior parte dei suoi libri, sono partito dalle sue pagine scritte alla fine. Dice una cosa molto vera. Sostiene che chi ha iniziato a leggere presto e ha letto molto, trova spesso riferimenti di libri in altri libri. “Dopo un po’ i libri iniziano a somigliarsi tutti“, dice Zardi, e in questa cosa mi ci rivedo in pieno, l’ho provata sulla mia pelle: “per ogni libro se ne trovano cento che hanno qualcosa in comune. Quest’aria di famiglia, se così la possiamo chiamare, non è necessariamente difetto, e anzi, è una delle cose belle – trovare le tracce di Flaubert in Nabokov, e di Nabokov in Martin Amis, come se esistesse una trama capace di tenere insieme tutti i grandi libri, è uno dei piaceri più grandi per chi legge. Ma scegliere un libro, con il tempo, è diventato sempre più faticoso. Ormai, non riesco ad arrivare alla fine di due libri su tre. Ma quando ho letto La Carne mi sono commosso”. Avrei voluto avere davanti a me l’autore per abbracciarlo e dirgli: “Grazie per aver inventato un mondo che non esisteva, grazie per le invenzioni e per la bellezza della tua scrittura“.
Un romanzo forte e coinvolgente
Ecco, quello che dice Zardi è proprio vero. Perché questo romanzo ha una forza e una costruzione forte e coinvolgente, e più si va avanti nella lettura più si divorano le pagine, proprio come gli zombi che animano il mondo immaginario di Cristò divorano Carne.
“Nel mondo come era quando avevo otto anni tutti morivano, chi prima e chi dopo. Adesso nessuno è sicuro neanche di questo”.
Il merito principale di Cristò sta nell’aver creato un originale mondo apocalittico fatto di zombi, ma per la prima volta nella storia della letteratura e dei film si tratta di mangiatori di carne non violenti, che non attaccano gli umani. Semplicemente, vanno avanti per inerzia, si muovono stanchi, non hanno alcun tipo di pulsione, non percepiscono nessun altro desiderio che non la carne che gli esseri umani danno loro. Quindi ci sono queste enormi file, davanti a macelli destinati unicamente a loro. File di mangiatori di carne, ordinati, che aspettano il loro turno per un pezzo di carne che gli umani danno loro.
In tutto questo mondo, gli umani si muovono ovviamente spaventati, ma anche abituati ormai a questa situazione. Anche perché dura da tanto, da 70 anni. Ognuno ha un parente diventato mangiatore di carne e nessuno sa se sono contagiosi. Il mondo è fermo, da quando è iniziato il morbo. Ci troviamo quindi in un ipotetico futuro, e c’è un uomo, ormai anziano, ottantenne, che racconta ciò che vede intorno a sé, e ricorda il suo passato, quando non aveva neanche dieci anni e tutto sembrava ancora così bello e pieno di vita. C’è un medico, Tancredi, che vede crepe insinuarsi nella sua realtà mentre la moglie Lucia si comporta in modo sempre più strano. E ci sono storie che si intrecciano, strani sogni, c’è un cinema porno, un acquapark con un pitone, Averroè, le ronde che massacrano gli zombi, strane parole scritte su dei fogli, chissà da chi..
“La carne” di Cristò, un libro potente
La Carne di Cristò è questo e molto altro. Un romanzo solo all’apparenza horror, qualcuno direbbe “weird”. Un romanzo filosofico, sociologico, che piano piano sgretola il genere iniziale per diventare tutt’altro.
Scritto con una prosa asciutta, con echi di Houellebecq e con alcuni colpi di scena che lasciano il lettore sorpreso e affascinato. Questo è un libro potente che gioca con i generi per crearne quasi uno nuovo. Fa riflettere, ed è questo quello che in fondo i romanzi dovrebbero fare: non lasciare indifferenti il lettore, interrogarsi su dei temi e anche sulla struttura narrativa stessa del romanzo.
Bellissima riscoperta, una ripubblicazione necessaria.
Cristò vive a Bari, libraio, suona il pianoforte e ha pubblicato cinque romanzi: Come pescare, cucinare e suonare la trota (Florestano, 2007), L’orizzonte degli eventi (il Grillo, 2011), That’s (im)possible (Intermezzi, 2015), Restiamo così quando ve ne andate (2017) e La meravigliosa lampada di Paolo Lunare (2019) per TerraRossa. Suoi contributi sono apparsi su “La Repubblica”, su “alfabeta2” e, online, su “Artribune” e “minima&moralia”.
“La carne” di Cristò, Neo Edizioni. Libri da Leggere.