“Un’estate con la strega dell’Ovest” di Kaho Nashiki: recensione libro
“Devi ripeterti che, qualunque cosa accada, ‘non è una ferita mortale’. In questo modo, anche se in quel momento non ti sembrerà, da qualche parte nel tuo corpo e nella tua mente nascerà il seme di una nuova forza vitale che germoglierà con vigore”.
Mai ha tredici anni, le scuole medie sono iniziate da appena un mese e lei ha deciso che a scuola non ci vuole andare più.
Quella sera aveva detto in tono perentorio alla mamma che “quel posto mi fa stare male e basta”. Per non far sì che la situazione diventi irreparabile, la madre decide di farle trascorrere del tempo insieme alla nonna, nella sua casa di campagna sulle Alpi giapponesi.
L’anziana donna, rimasta vedova da molti anni, è chiamata Strega dell’Ovest dalla figlia e dalla nipotina a causa delle sue origini inglesi e il suo rimanere una dell’Ovest nel paese del Sol Levante.
Mai, preoccupata del giudizio degli altri e chiusa nel suo guscio di solitudine, inizia così la sua estate insieme alla nonna.
Pian piano Mai esce dal suo guscio e scopre che la nonna è realmente una strega. Affascinata da quel mondo Mai propone alla donna di addestrarla.
Ma non si tratta di pozioni e scope volanti, Mai diviene una strega occupandosi degli animali, confezionando marmellate alzandosi presto al mattino e ascoltando la voce del suo cuore aprendosi agli altri e al mondo.
“Le ferite nel cuore delle persone non si possono guarire facilmente, ma questi lavoretti semplici, proprio come i vecchi amici, ti tirano su di morale. Anche se la ferita resta e non ci si può fare niente, diciamo che aiutano ad alleviare il dolore”.
Mai, infatti, è immensamente sola. Manifesta il suo malessere attraverso l’asma, perché non riesce a dire da cosa deriva la sua inquietudine. Quella estate con la nonna sarà la sua cura e il suo specchio sul mondo, la chiave per comprendere come trovare la forza dentro di sé: la tenera anziana inglese trapiantata per amore in Giappone le svelerà la magia della natura accompagnandola in un percorso di responsabilizzazione e autoconsapevolezza.
Un romanzo breve, una storia dolcissima fatta di piccole attenzioni, quotidianità e ascolto degli altri. Nessuno di noi può cambiare le cose da solo poiché “non abbiamo una voce forte, ma possiamo comunque trasmettere il nostro messaggio, parlando tra noi a bassa voce”.
“Un’estate con la Strega dell’Ovest” di Kaho Nashiki
Una ricerca della felicità non spasmodica e nemmeno fatta di drammi o grandi azioni, non ci sono misteri da svelare o una trama intricata. Non lascia senza fiato ma accompagna, come farebbe una nonna amorevole, dolcemente attraverso le pagine fino ad arrivare all’addio.
Una favola per ragazzi e per gli adulti che in queste parole ritrovano le atmosfere di quando da bambini si andava a trovare i nostri nonni. Un salto indietro nel tempo a ritrovare quelle figure preziose che ci hanno accompagnato per breve, preziosissimo, tempo e che abbiamo perso.
“Mai cominciò anche a capire che i “fatti” di cui parlava papà erano qualcosa di completamente diverso rispetto alle “storie” che agitano i cuori degli uomini. Non bisogna fare confusione tra le due cose, ma fosse dentro di noi si può decidere quale delle due sia la propria verità.”
Kaho Nashiki è nata nel 1959 nella prefettura di Kagoshima e si è laureata all’Università Dōshisha di Kyoto. È autrice di romanzi, libri illustrati e saggi, per adulti e per bambini. Nel 1994, con il suo primo romanzo, Un’estate con la Strega dell’Ovest, vince il premio JAWC New Talent Award, il premio Nankichi Niimi e il premio Shōgakukan; il libro ha un successo enorme in Giappone e viene adattato al cinema. Da allora ha continuato a scrivere opere toccanti e sorprendenti, alimentata anche dai suoi interessi per le religioni tradizionali, le piante e i viaggi. Vive a Ōtsu, nella prefettura di Shiga, nel Giappone centrale. Per Feltrinelli ha pubblicato Un’estate con la Strega dell’Ovest. E altri racconti (2019) e Le bugie del mare (2021).
«edizione Feltrinelli. Lib(e)ri di leggere.
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